Criminale seriale? Si apre a Chambéry il processo contro Nordahl Lelandais

ATS / pab

3.5.2021

Nordahl Lelandais si siede lunedì nel box degli imputati a Chambéry. Deve rispondere, durante i 10 giorni di processo, dell'omicidio del giovane caporale Arthur Noyer nel 2017, pochi mesi prima del rapimento e della morte della piccola Maëlys, per il quale è stato scoperto.

L'ex soldato, prelevato dalla sua prigione di Saint-Quentin Fallavier, è arrivato sotto scorta alle 8h30 in tribunale con addosso un berretto scuro e una giacca nera, e con una sottile barba brizzolata. 

In programma dalle 10, la prima apparizione del 38enne davanti alla Corte d'Assise di Savoia, a una cinquantina di chilometri dal confine con la Svizzera, polarizza l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica francesi e romandi. Le derive omicide di quello che sembrava essere un uomo banale, senza storia, continua a stupire e intrigare il grande pubblico.

Fermato per la scomparsa della piccola Maëlys

Prima del processo, la famiglia del caporale Arthur Noyer ha chiesto a tutti i sostenitori di essere «il più dignitosi e calmi possibile in aula, ma anche fuori», dove diverse persone stavano aspettando lunedì mattina per poter assistere all'udienza.

Nell'autunno del 2017, dopo il coinvolgimento di Nordahl Lelandais nel rapimento della piccola Maëlys, nell'Isère, fatto di cronaca nera che aveva fatto molto parlare anche in Svizzera, soprattutto in Romandia, vista la vicinanza geografica del luogo dove era avvenuta la sparizione, gli investigatori savoiardi hanno messo in relazione la scomparsa del 23enne Arthur Noyer, qualche mese prima.

A inchiodare Lelandais nella scomparsa della piccola Maëlys, il cui corpo è stato trovato dopo diversi mesi in seguito alle dichiarazioni dell'uomo, ricordiamo che è era stata una micro traccia di sangue rintracciata nella sua auto, dopo che quest'ultima era stata smontata pezzo per pezzo dalla polizia scientifica. Sempre dichiaratosi estraneo ai fatti fino ad allora, messo davanti a questo elemento, nel febbraio del 2018 Lelandais confessa l'uccisione della ragazzina.

Criminale seriale?

Durante l'incriminazione di Nordahl Lelandais nel caso Noyer, il Pubblico Ministero ha sollevato apertamente una domanda: l'individuo è collegato ad altre sparizioni? Tre anni e centinaia di dossier studiati dopo, nessun elemento materiale conosciuto supporta questa tesi.

Circa 120 giornalisti sono stati accreditati per questo processo attorno al quale le misure di sicurezza si sono rafforzate. Il processo della scomparsa e uccisione della piccola Maëlys, prelevata durante una festa di matrimonio in un paese di periferia, si svolgerà probabilmente nel 2022 a Grenoble.

Servizievole e manipolatore?

Dopo la selezione della giuria e una sintesi delle indagini lunedì mattina, l'udienza pomeridiana inizia con il resoconto del percorso di vita di Lelandais. Nato il 18 febbraio 1983 a Boulogne-Billancourt, vicino a Parigi, l'uomo è arrivato all'età di sette anni in Savoia, dove ha seguito un'istruzione senza troppi intoppi fino a una formazione come meccanico, che non ha però mai portato a termine.

A 18 anni si arruola nell'esercito per unirsi al 132° battaglione cinofilo di Suippes, nella Marna. Ha lasciato l'esercito con il grado di caporale nel 2005 per infermità, senza aver convinto i suoi superiori.

È quindi tornato a casa dei suoi genitori, a Domessin, e ha svolto lavori occasionali. Descritto dalla sua famiglia come disponibile, le donne con cui ha avuto rapporti in qualche modo duraturi parlano, secondo i magistrati inquirenti, di un uomo che a volte è molto tenero, a volte bugiardo, a volte manipolatore.

Una perizia psicologica nel dossier d'istruzione rivela «carenze affettive» e una «esagerazione delle eccitazioni» da alcol, droghe o sesso. Una seconda perizia citata nel suo fascicolo esclude un'alterazione del suo giudizio al momento dei fatti, ma sottolinea «una tendenza alla mitomania», una «tolleranza molto bassa per la frustrazione» e una «incapacità di sentirsi in colpa».

Colpi «molto violenti» a Noyer

Nella notte tra l'11 e il 12 aprile 2017, Arthur Noyer, che ha appena trascorso la serata in discoteca, fa autostop e a Chambéry viene preso a bordo dell'auto da Nordahl Lelandais. Quest'ultimo, che è appena stato rifiutato da una partner sessuale occasionale, nelle ore precedenti ha moltiplicato i passaggi con il suo veicolo avanti e indietro dal centro cittadino. Per i magistrati inquirenti, probabilmente stava cercando un'avventura carnale.

Durante una sosta in un parcheggio alla periferia di Chambéry, i due uomini vengono alle mani per un motivo che rimane poco chiaro. Lelandais ha ammesso nel marzo 2018 di aver inferto colpi «violentissimi» a Noyer a seguito di un primo colpo dato dal soldato. Alla fine del combattimento, racconta agli investigatori, il caporale Noyer è incosciente, Lelandais fa scivolare il corpo nel bagagliaio della sua Audi grigia, percorre una ventina di chilometri e poi lo abbandona sul ciglio della strada.

Come nel caso Maëlys, l'imputato rifiuta qualsiasi intenzione di uccidere, versione che i giudici inquirenti non hanno ritenuto plausibile poiché lo accusano di omicidio intenzionale. Hanno però escluso, per mancanza di prove, la premeditazione, precedentemente citata invece nell'atto d'accusa per omicidio.

Il verdetto è atteso attorno al 12 maggio. L'imputato rischia trent'anni di reclusione penale.

Una marcia bianca era stata organizzata dopo la scomparsa della piccola Maëlys per sensibilizzare la popolazione e l'opinione pubblica.
Una marcia bianca era stata organizzata dopo la scomparsa della piccola Maëlys per sensibilizzare la popolazione e l'opinione pubblica.
KEYSTONE /EPA / ARCHIVIO