Terrorismo Roma: un somalo progettava un attacco a San Pietro a Natale

ATS

17.12.2018 - 23:21

La basilica di San Pietro illuminata.
La basilica di San Pietro illuminata.
Source: KEYSTONE/AP/ALESSANDRA TARANTINO

Un attentato nella Basilica di San Pietro a Roma, cuore della cristianità, una bomba nella "chiesa più grande" d'Italia nel giorno di Natale o poco dopo, quando in quel luogo ci sono "il Papa e tanta gente".

È quanto stava progettando il 20enne somalo Mohsin Ibrahim Omar, alias Anas Khalil, noto sui social come Yusuf, lo stesso nome della scuola coranica estremista di Nairobi dove si sarebbe radicalizzato. Le intenzioni di Ibrahim emergono - secondo la magistratura barese - dalle intercettazioni che hanno portato al suo fermo a Bari nei giorni scorsi per terrorismo.

Ora Ibrahim, dal carcere del capoluogo pugliese dove è detenuto da quattro giorni, non si descrive agli inquirenti come un terrorista, ma dice che "se Dio vuole, se serve alla causa, bisogna farlo, bisogna uccidere".

Un periodo a rischio

Poco più di un mese di indagini, fatte di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, hanno consentito agli investigatori di raccogliere indizi sufficienti a ritenere fondato il pericolo che il 20enne stesse progettando un attentato a Roma per le feste di Natale.

Un periodo considerato come ogni anno a rischio dagli apparati di sicurezza.

Il 20enne somalo è stato fermato a Bari il 13 dicembre scorso: la polizia lo ha bloccato con le valigie in mano, mentre tentava di fuggire dopo aver esultato, poche ore prima, per l'attentato a Strasburgo: "Quello che uccide i nemici di Allah - si legge in una sua intercettazione - è nostro fratello".

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