StudioSostenibilità: le istituzioni culturali potrebbero fare meglio
mp, ats
27.2.2024 - 15:05
In materia di sostenibilità sociale e ambientale, le istituzioni culturali potrebbero fare meglio, secondo uno studio internazionale condotto dall'Università di Losanna (UNIL), dal quale emerge che gli anglosassoni sono i più avanzati.
mp, ats
27.02.2024, 15:05
27.02.2024, 15:23
SDA
L'indagine è stata realizzata da specialisti della Facoltà di geoscienze e dell'ambiente dell'UNIL e si è concretizzata nell'invio di un questionario a 206 tra i principali musei, teatri e teatri d'opera di tutti i continenti.
Gli intervistati sono stati valutati in base a criteri che vanno dall'inclusione e dal benessere del personale (aspetti sociali), alla gestione dei rifiuti, all'energia, alla ristorazione e all'impatto sulle emissioni di carbonio (ambiente), ha indicato oggi l'UNIL in un comunicato.
I risultati, pubblicati dalla rivista «Sustainability: Science, Practice and Policy», mostrano che per il 60% degli interrogati le questioni relative alla sostenibilità sono state integrate nella loro strategia solo negli ultimi cinque anni, o anche meno.
In media, le organizzazioni culturali hanno ottenuto 37 punti su 100 nella speciale classifica sulla sostenibilità, facendo meglio in quella sociale che in quella ambientale. Nel complesso, il settore si trova quindi in una fase relativamente poco avanzata in questo ambito.
«L'attuazione è in ritardo»
«Sebbene ci siano molte dichiarazioni in favore della sostenibilità, l'attuazione non segue», ha osservato Martin Müller, dell'UNIL, che ha guidato la ricerca. Lo studio ha tuttavia identificato alcune istituzioni esemplari – quattordici in tutto – in termini di sostenibilità.
Esiste anche una correlazione tra ambiti sociali e ambientali. Se le istituzioni sono brave in un settore, lo saranno anche nell'altro.
La «top 14» comprende alcune istituzioni anglosassoni, come la National Galleries of Scotland e la Sydney Opera House – vincitrice di questa classifica – oltre a Universcience, che comprende il Palais de la Découverte e la Cité des Sciences et de l'Industrie di Parigi.
In Svizzera, sei istituzioni sono state analizzate e sono risultate nella media, secondo lo studio, che ha garantito l'anonimato dei musei e teatri che vi hanno partecipato.
Parte della strategia
Le istituzioni in testa alla classifica si distinguono in particolare per aver incluso la questione della sostenibilità nella loro strategia generale e per aver creato un gruppo interno destinato a coordinare le azioni a favore della sostenibilità.
Anche il contesto nazionale e le decisioni politiche sembrano giocare un ruolo importante. «In Inghilterra, ad esempio, le istituzioni che ricevono finanziamenti pubblici attraverso l'Arts Council sono tenute a presentare una relazione sul tema della sostenibilità», ha commentato Julie Grieshaber, coautrice dello studio presso l'UNIL.
Secondo la ricercatrice queste, che attirano centinaia di milioni di visitatori ogni anno e godono di un alto livello di fiducia da parte del pubblico, «sarebbero predestinate a svolgere un ruolo pionieristico in termini di sostenibilità». Ma una gran parte di quelle analizzate non sta assumendo tale ruolo, ha deplorato la ricercatrice, interrogata dall'agenzia Keystone-ATS.
Verso un marchio
In futuro, gli scienziati dell'UNIL continueranno il loro lavoro di analisi. In particolare, l'idea è quella di creare un'alleanza globale di istituzioni culturali dedicate alla sostenibilità e un marchio per strutturare meglio gli sforzi in questo settore.
Gli autori hanno rilevato anche che la pressione pubblica sta aumentando: l'ondata di proteste del 2022 e 2023, durante la quale gli attivisti hanno tentato di danneggiare opere d'arte in tutto il mondo, indica che sono finiti i tempi in cui le organizzazioni interessate godevano della benevolenza del pubblico e potevano eludere il controllo dei gruppi di interesse, viene precisato.
Tuttavia, secondo il team di ricerca, questo studio non significa che le istituzioni culturali siano in ritardo rispetto ad altri settori della società. Non è infatti ancora stato fatto alcun confronto di questo tipo.