Radio-TV «Anticostituzionale l'attuale sistema del canone per le imprese»

ATS

13.12.2019 - 16:58

Per il Tribunale amministrativo federale l'attuale sistema tariffario del canone radiotelevisivo per le imprese è anticostituzionale: i soli sei livelli di prelievo sono troppo poco differenziati per garantire un equo trattamento nella riscossione dei tributi.
Per il Tribunale amministrativo federale l'attuale sistema tariffario del canone radiotelevisivo per le imprese è anticostituzionale: i soli sei livelli di prelievo sono troppo poco differenziati per garantire un equo trattamento nella riscossione dei tributi.
Source: KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER

Secondo il Tribunale amministrativo federale (TAF) l'attuale sistema tariffario del canone radio-tv per le imprese è anticostituzionale: i soli sei livelli di prelievo sono troppo poco differenziati per garantire un equo trattamento nella riscossione dei tributi.

L'alta corte con sede a San Gallo raccomanda quindi al Consiglio federale di rivedere il sistema in occasione dell'analisi dell'ordinanza prevista per metà del 2020.

Dal primo di gennaio del 2019, le economie domestiche e le imprese devono pagare il canone radio-TV, indipendentemente dal fatto che possiedano o meno un ricevitore. L'importo per le imprese è stato fissato in base a una scala di sei livelli stabiliti in relazione al fatturato dell'azienda. La tassa annuale varia da 365 a 35'950 franchi.

A far ricorso una piccola impresa

Il ricorso al TAF è di una piccola azienda (PMI) del canton Berna che ha ricevuto una richiesta di canone di 2280 franchi. In base al volume d'affari di circa 6 milioni di franchi è stata collocata al livello 3 (giro d'affari compreso tra 5 e 20 milioni di franchi).

La PMI ha denunciato che la somma richiesta costituisce un onere sproporzionato rispetto a quello sostenuto da società molto più grandi, e che vìola il principio della parità di trattamento davanti alla legge e il divieto di arbitrarietà.

Classificazione troppo indifferenziata

Nella sentenza pubblicata oggi il TAF segue ampiamente le argomentazioni dell'imprenditore bernese: il Consiglio federale, quale organo di emissione dell'ordinanza, ha effettuato una classificazione troppo indifferenziata per la riscossione dei tributi.

Così, le aziende dello stesso livello di contribuzione ma con un basso fatturato pagano in relazione di più rispetto a quelle della stessa fascia ma con maggior volume d'affari. E tale effetto si potenzia ad ogni livello superiore.

Per esempio, la PMI che ha presentato ricorso deve spendere lo 0,44% delle sue vendite per il canone radiotelevisivo, quando una miliardaria, pagando il massimo di 35'590 franchi, subisce un carico dello 0,004%, ossia dieci volte di meno.

Secondo il TAF questa distorsione vìola il principio dell'equità di trattamento. Ma il piccolo imprenditore bernese deve comunque pagare la bolletta per il 2019. L'alta corte amministrativa non avanza una proposta conforme alla Costituzione; lascia il compito al Consiglio federale.

La decisione non è ancora definitiva e può essere impugnata dinanzi al Tribunale federale.

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