Giornalismo Pesanti tagli e dimissioni ai vertici, il Los Angeles Times sprofonda nel caos

SDA

23.1.2024 - 18:55

Dimissioni del direttore e licenziamenti di massa in vista. È un inizio anno tutto in salita quello del Los Angeles Times, la più grande testata giornalistica della costa ovest degli Stati Uniti.

Membri della corporazione del Los Angeles Times cantano slogan e tengono cartelli che esprimono la loro opinione durante la manifestazione per salvare il giornalismo locale, uno sciopero di un giorno davanti al municipio di Los Angeles. Quello di venerdì 19 gennaio 2024 è stato il primo sciopero sindacale della redazione nei 142 anni di storia del giornale. Il giorno prima la direzione ha reso noto che potrebbero arrivare sostanziali licenziamenti in un contesto di crescente deficit di bilancio.
Membri della corporazione del Los Angeles Times cantano slogan e tengono cartelli che esprimono la loro opinione durante la manifestazione per salvare il giornalismo locale, uno sciopero di un giorno davanti al municipio di Los Angeles. Quello di venerdì 19 gennaio 2024 è stato il primo sciopero sindacale della redazione nei 142 anni di storia del giornale. Il giorno prima la direzione ha reso noto che potrebbero arrivare sostanziali licenziamenti in un contesto di crescente deficit di bilancio.
IMAGO/ZUMA Wire

Keystone-SDA

Il mese si è aperto con le improvvise dimissioni di Kevin Merida, che ha lasciato la sua posizione al vertice della redazione dopo meno di tre anni di lavoro.

Giovedì, sono stati annunciati nuovi imminenti licenziamenti, che dovrebbero riguardare il 20% della redazione, cioè circa 100 giornalisti.

La notizia ha spinto il sindacato di redazione a indire uno sciopero per venerdì, il primo in 142 anni di storia del giornale.

Dimezzati i caporedattori

Nel mezzo del caos, si è dimezzato il quadrumvirato di caporedattori chiamato a gestire la redazione dopo l'abbandono di Merida: Shani Hilton e Sara Yasin, ex BuzzFeed news, hanno mollato di colpo, lasciando soli al fronte Scott Kraft e Julia Turner.

Quest'ultima ha mandato un'e-mail ai colleghi lunedì, ammettendo la critica situazione in cui versa la testata: «Scott e io siamo ora responsabili di tutte le operazioni editoriali e stiamo sostenendo gli interessi editoriali nelle conversazioni con l'azienda sulla crisi finanziaria che affrontiamo», dice la lettera.

«Comanda un miliardario che non capisce nulla»

I problemi economici del Los Angeles Times vengono da lontano e non si sono risolti nemmeno quando nel 2018 è stato comprato per 1 miliardo di dollari dal magnate della biotecnologia Patrick Soon-Shiong.

Da allora, anzi, la crisi finanziaria e di identità dello storico giornale cittadino non ha fatto che acuirsi.

Una fonte interna (e anonima) citata dalla Cnn ha paragonato il dramma che si svolge tra le mura del quotidiano al reality show Survivor: «Al comando abbiamo un miliardario che non capisce niente di media e pensa di usare il giornale per aver successo».

Nel momento sbagliato per la democrazia

Il Los Angeles Times non è certo il solo ad affrontare la bufera che da anni imperversa nel settore.

Nel 2023 gli organi di informazione negli Stati Uniti hanno tagliato quasi 2700 posti di lavoro: il numero più alto dai tempi della pandemia di Covid-19.

Lunedì, dieci deputati democratici eletti in California hanno scritto all'editore Soon-Shiong, esprimendo allarme per i licenziamenti previsti proprio nell'anno delle elezioni, quando «il ruolo dei media nel fornire informazioni accurate e imparziali diventa ancora più vitale».