Nuove tecnologieTikTok si affida a data center europei per la sicurezza degli utenti
SDA
17.2.2023 - 11:29
TikTok si affiderà a due nuovi data center in Europa per conservare i dati degli iscritti sul territorio continentale e rispondere ancora di più alle normative in materia di privacy dell'Unione.
Keystone-SDA
17.02.2023, 11:29
17.02.2023, 11:32
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Dopo l'annuncio di una prima infrastruttura in Irlanda, la strategia del social è quella di affidarsi ad un totale di tre data center con cui gestire le informazioni dei cittadini europei.
Come il primo, anche il secondo sito sarà aperto sul suolo irlandese mentre un terzo sorgerà «in Europa», con il paese ospitante che probabilmente sarà comunicato in una fase avanzata del progetto. I dati degli iscritti europei a TikTok saranno migrati nei nuovi data center già da quest'anno, con le operazioni che continueranno nel 2024.
«È una grande soddisfazione per noi vedere come TikTok sia diventato parte integrante della cultura e della vita quotidiana degli europei. Continuiamo ad attuare concretamente la strategia di data governance delineata per l'Europa l'anno scorso, che prevede un'ulteriore limitazione dell'accesso ai dati degli utenti europei da parte dei dipendenti, oltre a minimizzare i flussi di dati al di fuori dell'Europa e conservare in loco quelli degli iscritti» ha spiegato Rich Waterworth, TikTok Operations & Marketing Europe.
Secondo la piattaforma, ad oggi sono oltre 150 milioni gli utenti attivi al mese in Europa, in 32 mercati, e più di 5.000 le persone impiegate in dieci Paesi europei: Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Svezia e Regno Unito.
La scorsa settimana, TikTok ha presentato il suo primo report realizzato a seguito del Codice rafforzato di buone pratiche sulla disinformazione, presentato dalla Commissione Europea a giugno dello scorso anno, con le indicazioni su come ha rimosso contenuti per violazione delle policy in merito a fake news e altre linee guida.
L'azienda è in procinto di conformare le sue analisi e rapporti al Digital Services Act dell'Unione Europa, che chiede alle aziende di fornire elementi in relazione a come vengono gestiti post illegali, oltre alla definizione trasparente delle operazioni pubblicitarie.