Armata Rossa Giapponese Torna libera in Giappone l'Imperatrice del Terrore

SDA

28.5.2022 - 21:15

Fusako Shigenobu, a sinistra, è tornata oggi in libertà.
Fusako Shigenobu, a sinistra, è tornata oggi in libertà.
Keystone

Torna in libertà dopo aver scontato 20 anni di carcere Fusako Shigenobu, fondatrice dell'Armata rossa giapponese (Jra) conosciuta, all'apice della sua notorietà, come la Regina rossa o l'Imperatrice del terrore.

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Per oltre un decennio, a cavallo tra il 1970 e il 1980, il movimento militante di estrema sinistra da lei coordinato si rese responsabile di numerosi attentati terroristici a livello internazionale, inneggiando alla rivoluzione socialista, con esplicite simpatie per la causa palestinese.

Ad aspettare la donna, oggi 76enne, fuori dal carcere, c'erano circa 30 sostenitori, tra cui la figlia: «Anche se si tratta di tanto tempo fa, chiedo scusa per aver causato dolore a persone sconosciute», ha esordito Shigenobu. «Adesso intendo concentrarmi sulla mia terapia», ha aggiunto, spiegando di dover curare un cancro al colon dopo aver sostenuto degli interventi in carcere.

In un messaggio diffuso prima del rilascio, la donna aveva riconosciuto di aver commesso degli errori nella sua vita, affermando tuttavia di «essere grata per aver vissuto in base al desiderio personale di cambiare il mondo in meglio».

1974, l'atto terroristico incriminatorio

L'atto terroristico che costò l'incriminazione a Shigenobu fu l'assalto all'Ambasciata francese nei Paesi Bassi nel 1974, compiuto dal gruppo rivoluzionario da lei fondato tre anni prima in Libano. Durante quella operazione i membri della Armata rossa giapponese presero in ostaggio l'ambasciatore e altre 10 persone per chiedere il rilascio di alcuni militanti incarcerati in Francia.

Due anni prima venne organizzato un attentato all'aeroporto di Tel Aviv in cui morirono 26 persone, con un bilancio di 70 feriti. Di nuovo, nel '75 le ambasciate di Svezia e Stati Uniti a Kuala Lumpur furono attaccate per trattare lo scambio di prigionieri in Giappone. Tra le diverse operazioni eversive dell'Armata rossa vi fu anche l'attentato di Napoli del 1988 contro un circolo ricreativo militare statunitense, in cui morirono cinque persone.

Shigenobu lasciò il Paese del Sol Levante nel 1971 e rimase latitante fino al 2000, quando cercò di fare ritorno dall'aeroporto di Osaka e fu arrestata. L'anno dopo, dal carcere decise di sciogliere formalmente l'organizzazione terroristica. La notizia del rilascio di Shigenobu, sebbene sia stata resa pubblica dai principali organi di informazione, a livello mediatico è passata in secondo piano in Giappone.

Sullo sfondo della guerra in Vietnam

I fatti che tra gli anni '60 e gli anni '70 fecero da sfondo alla conversione quasi 'casuale' della figlia di un ex maggiore dell'esercito imperiale, durante le manifestazioni di protesta contro la guerra del Vietnam e l'espansione delle basi militari Usa nell'arcipelago, costituiscono un precedente che si preferisce non ricordare.

In una lettera scritta nel 2017 e pubblicata dal Japan Times, la ex combattente asseriva: «Le nostre speranze sono naufragate, e tutto il resto è andato perso». Le autorità giudiziarie nipponiche intanto informano di aver aggiornato gli identikit vecchi di venti anni dei 7 militanti ultra settantenni del movimento, ancora da assicurare alla giustizia.