FFSTreni più lenti per stabilizzare l'orario? «Il sistema funziona»
hm, ats
9.12.2023 - 15:30
L'introduzione di tempi di percorrenza più lunghi – cioè di treni più lenti – per stabilizzare l'orario sta funzionando, è il caso per esempio in Ticino: lo afferma Vincent Ducrot, presidente della direzione delle Ferrovie federali svizzere (FFS).
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09.12.2023, 15:30
09.12.2023, 15:37
SDA
«Il problema è lo stesso della strada: se si hanno molti più utenti nel sistema, a volte è necessario ridurre leggermente la velocità per aumentare la capacità», afferma il 61enne in un'intervista pubblicata oggi dalla Schweiz am Wochenende (SaW).
«Non è una cosa così negativa: i clienti preferiscono viaggiare tre minuti in più, ma nei tempi giusti. Abbiamo appena rivisto l'orario in Romandia a partire dal 2025 per garantire una maggiore stabilità. Lo abbiamo già fatto a Zurigo in occasione dell'apertura della Durchmesserlinie (il passante ferroviario Altstetten-Zurigo-Oerlikon, ndr) nel 2015 e qualche anno fa in Ticino. Per questo motivo il sistema è ora molto stabile».
Ducrot ha recentemente dovuto rispondere a molte domande sull'incidente nella galleria di base del San Gottardo e non è sorpreso che il tema abbia suscitato anche emozioni. «Siamo una delle ultime aziende che appartengono a tutti e su cui ciascuno ha un'opinione», sostiene.
Le FFS puntano intanto a potenziare il traffico internazionale. «Vogliamo introdurre i treni notturni per Roma e forse anche verso Napoli, ma anche per Barcellona. Il trasporto notturno si è sviluppato molto bene. Zurigo è ora il più grande hub di treni notturni in Europa dopo Vienna. Vogliamo investire insieme al nostro partner ÖBB, le ferrovie austriache».
La qualità dell'offerta è però talvolta infima
La qualità dell'offerta – ribatte il giornalista della SaW – è però talvolta infima, le carrozze sono vecchie e spesso mancano vagoni letto e cuccette. «ÖBB e Trenitalia hanno ordinato nuovo materiale rotabile», risponde l'intervistato.
«Ci vuole pazienza prima che venga consegnato. A volte mi vergogno quando leggo i resoconti dei nostri clienti sulle condizioni della flotta dei treni notturni. Mi scuso per questo. Purtroppo siamo stati travolti dal successo. Le cose miglioreranno».
Come noto le FFS hanno però anche problemi gravi con i trasporti diurni a cavallo con la Germania. Molti convogli sono in ritardo e i treni ICE spesso non riescono nemmeno a superare Basilea per raggiungere la loro vera destinazione in Svizzera. «Sì, e mi dispiace molto per i viaggiatori», afferma l'ingegnere con diploma ottenuto la Politecnico federale di Losanna.
«Anche noi come FFS stiamo soffrendo»
«Anche noi come FFS stiamo soffrendo e Deutsche Bahn (DB) pure. Parlo molto con i colleghi di DB e a volte sono loro stessi a disperarsi per la situazione. Si impegnano a fondo per migliorarla. Ma negli anni Duemila si è investito troppo poco nella rete tedesca: è in pessime condizioni. DB ha però ora un piano di modernizzazione per i prossimi dieci anni».
Ducrot – che nell'intervista non affronta per contro i ritardi relativi ai convogli in provenienza dall'Italia e che attraversano il Ticino – si dice peraltro contrario a una liberalizzazione dei collegamenti internazionali.
«Ci sono opportunità, ma anche grandi rischi. Il nostro sistema è di grande successo e presenta molti vantaggi. Abbiamo un sistema di orario cadenzato e un sistema tariffario omogeneo. Il prezzo della liberalizzazione sarebbe l'abbandono di questo sistema nel medio termine. I clienti dovrebbero decidere in stazione con quale vettore vogliono viaggiare e acquistare il biglietto di conseguenza. Sarebbe la fine del trasporto diretto come lo conosciamo oggi», conclude il numero uno delle FFS.