Pandemia Un professionista del lavoro sociale su tre sull'orlo del burnout

ev, ats

29.4.2021 - 11:01

Dall'inizio dell'epidemia di Covid, l'anno scorso, il rischio di esaurimento emotivo tra i professionisti del lavoro sociale è aumentato in modo significativo: uno su tre sarebbe sull'orlo del burnout. . 

Immagine d'illustrazione
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Keystone-SDA, ev, ats

Secondo uno studio della Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale (FHNW), condotto sulle condizioni di lavoro in questo campo, una persona su tre è sull'orlo del burnout.

«La comunicazione tra professionisti e beneficiari è cambiata significativamente. Tali cambiamenti sono generalmente vissuti in modo negativo. Ciò è dovuto a un aumento della domanda da parte dei beneficiari e ai cambiamenti nei processi e nelle condizioni di lavoro che portano a una quantità di lavoro supplementare», indica in un comunicato l'Associazione professionale lavoro sociale Svizzera AvenirSocial.

Situazione più difficile in Romandia

Secondo lo studio empirico le attuali condizioni di lavoro fanno sì che «un professionista su tre è ad alto rischio di soffrire di esaurimento emotivo». Nella Svizzera francese, la quota è persino di una persona su due. AvenirSocial chiede quindi alla Confederazione e ai Cantoni di mettere a disposizione più risorse per il lavoro sociale.

«I professionisti del lavoro sociale già oggi hanno raggiunto i loro limiti. Ulteriori oneri sono insostenibili e devono essere evitati. Sono necessarie più risorse sotto forma di personale e mezzi finanziari», indica Annina Grob, codirettrice di AvenirSocial, citata nel comunicato.

«Risultati preoccupanti»

Al sondaggio, condotto online, hanno partecipato 3507 persone. Più di un terzo degli intervistati ha dichiarato che la comunicazione con il personale e i superiori è cambiata negativamente. Nello scambio con i clienti, quasi la metà dei professionisti ha addirittura dichiarato un cambiamento negativo.

Dei 3507 intervistati, il 31,3% ha dichiarato di sentirsi sempre più spesso esaurito emotivamente nel lavoro. Nella Svizzera francese tale percentuale è stata del 55,6%.

Secondo lo studio, i risultati sono preoccupanti e il peso sulla salute è notevole. Le nuove sfide organizzative e tecnologiche nell'home office sono l'ultimo dei problemi, viene sottolineato.