USAUn esperimento rivela che i topi riconoscono la propria immagine allo specchio
SDA
5.12.2023 - 17:46
Non solo primati, elefanti, gazze, orche e cavalli: anche i topi sembrano in grado di riconoscersi allo specchio, grazie all'attivazione di un gruppo di neuroni dell'ippocampo coinvolti nell'elaborazione e nella memorizzazione della propria immagine.
05.12.2023, 17:46
05.12.2023, 18:11
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Lo si evince da un esperimento realizzato dai ricercatori del Southwestern Medical Center all'Università del Texas, che pubblicano i risultati sulla rivista Neuron.
«Per formare la memoria episodica, come quella degli eventi della nostra vita quotidiana, il cervello elabora e immagazzina informazioni che rispondono alle domande dove, cosa, quando e chi, e l'elemento più importante è l'informazione che riguarda se stessi, il proprio stato», afferma il neuroscienziato Takashi Kitamura. «I ricercatori di solito esaminano il modo in cui il cervello codifica o riconosce gli altri, ma l'aspetto che riguarda il sé non è chiaro».
Per fare luce sulla questione, i neuroscienziati statunitensi hanno messo davanti allo specchio dei topi con la pelliccia nera: quelli a cui era stata segnata la fronte con una goccia di inchiostro bianco, hanno passato più tempo a pulirsi il capo, probabilmente per cercare di rimuovere la macchia.
Non implica necessariamente una coscienza di sé
Questo comportamento (manifestato solo dai topi che avevano una macchia piuttosto evidente, che avevano già avuto a che fare con gli specchi e che dopo lo svezzamento avevano socializzato con topi dalla pelliccia simile alla propria) indica che questi animali potrebbero essere in grado di riconoscere cambiamenti del proprio aspetto, anche se ciò non implica necessariamente che abbiano coscienza di sé.
Mappando l'espressione dei geni nel cervello, i ricercatori hanno anche individuato un gruppo di neuroni dell'ippocampo ventrale che si accendono quando i topi si riconoscono allo specchio. Alcuni di questi neuroni si attivano anche quando i topi osservano altri topi dall'aspetto simile. «Questo dato è in linea con studi precedenti sugli umani che – osservano i ricercatori – hanno dimostrato come alcune cellule dell'ippocampo generino segnali non solo quando la persona guarda se stessa, ma anche quando guarda persone familiari come un genitore».