Entro il 2100La transizione ecologica costerà 185 miliardi di tonnellate di CO2
SDA
21.11.2022 - 21:00
La transizione «green» verso le energie rinnovabili non sarà indolore: se fatta con i ritmi attuali, troppo lenti per evitare un riscaldamento globale inferiore ai 2,7 gradi in più, costerà 185 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2100, cioè l'equivalente di 5 o 6 anni di attuali emissioni globali di gas serra.
21.11.2022, 21:00
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Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia nazionale delle scienze americana (Pnas) e guidato dalla statunitense Scuola sul Clima della Columbia University.
La ricerca, però, dà anche qualche buona notizia: se la transizione verrà compiuta con ritmi più accelerati, le emissioni saranno ridotte a 95 miliardi di tonnellate se si riuscirà a contenere l'aumento di temperatura entro i 2 gradi, e a soli 20 miliardi di tonnellate di CO2 se intrapresa immediatamente nei prossimi 5-10 anni, in modo da limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi.
I ricercatori, guidati da Corey Lesk attualmente allo statunitense Dartmouth College, hanno calcolato per la prima volta le possibili emissioni prodotte dalle attività minerarie, manifatturiere, di trasporto, di costruzione e dalle altre necessarie a realizzare le grandi infrastrutture di pannelli solari e turbine eoliche.
I risultati evidenziano che, più il passaggio alle energie rinnovabili avverrà lentamente, più sarà costoso in termini di emissioni di anidride carbonica. Inoltre, secondo gli autori, si tratta probabilmente di stime al ribasso, poiché lo studio non prende in considerazione molti fattori: la costruzione di nuovi cavi per trasportare l'elettricità, delle batterie per immagazzinarla, il costo della sostituzione dei veicoli alimentati a gas e diesel con quelli elettrici e neanche gli altri gas a effetto serra come il metano.
La transizione ecologica richiederà anche elementi rari precedentemente meno utilizzati
I ricercatori sottolineano anche che la transizione ecologica richiederà non solo enormi quantità di metalli di base, tra cui rame, ferro e nichel, ma anche elementi rari precedentemente meno utilizzati come litio e cobalto. Molte di queste risorse dovranno provenire, probabilmente, da luoghi precedentemente incontaminati, come le profondità oceaniche, le foreste pluviali africane e la Groenlandia.
Inoltre, i pannelli solari e le turbine eoliche occuperebbero direttamente terreni molto vasti, con conseguenze importanti per gli ecosistemi e gli abitanti. «Abbiamo definito il limite inferiore del costo, quello superiore potrebbe essere molto più alto», dice Lesk: «è urgente fare progressi sulle rinnovabili».