Neve ed eventi estremi Valanghe: l'esperienza del 1999 è servita

ATS

13.5.2019 - 15:49

Ripari anti valanghe nella regione di Davos, nei Grigioni.
Ripari anti valanghe nella regione di Davos, nei Grigioni.
Source: Keystone/ALESSANDRO DELLA BELLA

Le misure anti-valanghe adottate dopo l'inverno eccezionale del 1999 si sono dimostrate valide: nel gennaio 2018, quando per la prima volta si è di nuovo registrato il grado massimo di pericolo, i danni sono stati assai minori e non si sono registrate vittime.

È quanto risulta da uno studio realizzato dall'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) e dall'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM).

La Svizzera ha sempre vissuto inverni di valanghe estremi, che hanno causato vittime e danni, come nel 1951, nel 1968 e nel 1999, ricorda l'UFAM lunedì in un comunicato.

Rafforzate le misure di protezione

Le esperienze ricavate da questi eventi hanno fatto anche progredire la protezione contro questo pericolo naturale. Dopo l'inverno del 1951, per esempio, è stata posta l'attenzione sulla costruzione di barriere, e dopo il 1968 sull'elaborazione di carte dei pericoli. In seguito all'analisi dell'inverno del 1999 effettuata dall'SLF ci si è dedicati al miglioramento delle misure organizzative e alla formazione dei servizi di prevenzione valanghe.

Messi alla prova dopo due decenni

Nel gennaio 2018 queste nuove misure sono state messe alla prova per la prima volta dopo due decenni. A causa delle abbondanti nevicate (in alcune località fino a oltre 3 metri), per due giorni il grado di pericolo valanghe è stato di nuovo il più elevato (grado 5, ovvero molto forte).

L'analisi resa nota lunedì mostra che tra il 3 e il 23 gennaio 2018 150 valanghe hanno causato danni a edifici, vie di comunicazione, veicoli, linee elettriche, impianti di trasporto, nonché a boschi e campi; 53 valanghe hanno portato a operazioni di evacuazione o di ricerca.

Al contrario di quanto è avvenuto nel 1999 (in cui ci sono state 17 vittime) non si sono però registrati morti nei centri abitati e nelle zone protette.

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