Vulcani Trovata risposta alle eruzioni vulcaniche esplosive

stsc, ats

11.10.2021 - 16:05

L'eruzione esplosiva di un vulcano dipende anche dalla quantità d'acqua disciolta nel magma. (immagine d'archivio)
L'eruzione esplosiva di un vulcano dipende anche dalla quantità d'acqua disciolta nel magma. (immagine d'archivio)
Keystone

I vulcanologi del Politecnico di Zurigo (ETH) hanno determinato le condizioni che causano eruzioni vulcaniche esplosive. Ci sarebbe una zona di rischio ben definita correlata alla quantità d'acqua nel magma, riferiscono nella rivista scientifica «Nature Geoscience».

Keystone-SDA, stsc, ats

Durante un'eruzione vulcanica, il magma fuso si riversa sulla superficie terrestre sotto forma di lava oppure fuoriesce allo stato viscoso e gassoso venendo scagliato in aria. Quest'ultimo è particolarmente distruttivo ed è responsabile della maggior parte dei decessi. Ma è difficile prevedere in che modo – effusivo o esplosivo – i vulcani erutteranno, specialmente lungo le zone di subduzione.

I ricercatori guidati da Olivier Bachmann, professore di petrologia magmatica all'ETH, hanno valutato 245 eruzioni vulcaniche in una vasta ricerca nella letteratura. Hanno stabilito il calore della camera magmatica prima dell'eruzione, il numero di cristalli solidi durante la fusione e la quantità d'acqua disciolta nel magma.

Sono giunti così alla conclusione che in presenza di un magma con pochi cristalli e una quantità di acqua superiore al 3,5%, il rischio di eruzione esplosiva è molto alto. Questa constatazione ha confermato la teoria del professore. Tuttavia, ha mostrato al contempo che un tenore di acqua superiore al 5,5% favorisce nuovamente un'eruzione effusiva. «Quindi c'è una zona di rischio chiaramente definita sulla quale dobbiamo concentrarci», ha detto Bachmann in un comunicato stampa dell'ETH.

Di conseguenza, per prevedere il genere dell'eruzione sono necessarie stime migliori della cristallinità e della quantità di acqua nelle camere magmatiche, scrivono i ricercatori.

«Stiamo attualmente discutendo con i geofisici quali metodi potrebbero essere utilizzati per registrare i parametri decisivi», ha detto Bachmann. La soluzione sarebbe quella di combinare diverse variabili misurate come i dati sismici, geoelettrici e magnetici.

https://doi.org/10.1038/s41561-021-00827-9