YemenYemen: ONU, colloqui «positivi» su una petroliera abbandonata
SDA
6.2.2022 - 12:36
Sono stati «positivi» i colloqui dell'ONU con le autorità governative yemenite e con i ribelli Houthi per trovare con urgenza una soluzione alla petroliera abbandonata da anni al largo dello Yemen ed evitare una possibile catastrofe ambientale.
Keystone-SDA
06.02.2022, 12:36
06.02.2022, 12:40
SDA
Lo ha reso noto ieri sera in un comunicato David Gressly, coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per il Paese.
Si tratta della FSO Safer, una petroliera di circa 45 anni abbandonata in avaria nel Mar Rosso nel 2015 con un carico di 1,1 milioni di barili di greggio, pari a quattro volte la quantità di petrolio rilasciata dalla Exxon Valdez nel Golfo dell'Alaska nel 1989.
Tanto che un eventuale disastro ambientale coinvolgerebbe, oltre allo Yemen, anche Arabia Saudita, Eritrea e Gibuti. La FSO Safer è ancorata al largo del porto di Hodeida (ovest), a circa sei chilometri dalla costa dello Yemen.
L'obiettivo è ridurre il rischio ambientale
«Durante le nostre discussioni molto positive, le autorità governative hanno confermato il loro sostegno alla proposta coordinata dalle Nazioni Unite di trasferire un'altra nave il milione di barili di petrolio a bordo», ha riferito Gressly.
Le autorità yemenite vogliono «ridurre la minaccia il più rapidamente possibile», ha aggiunto, affermando di aver avuto «discussioni molto costruttive» il 29 gennaio a Sanaa con i leader del movimento ribelle, che dal 2014 controlla la maggioranza del nord del Paese, compresa la capitale.
«Hanno sottolineato la loro preoccupazione per l'ambiente e i rischi umanitari posti dalla petroliera», così come il loro desiderio «di un'azione rapida». Il funzionario dell'Onu ha sottolineato il «forte impegno» degli Houthi, ricordando che «il rischio di una catastrofe imminente è reale».
In caso di disastro, l'impatto sarebbe importante
Secondo studi indipendenti, una fuoriuscita di petrolio potrebbe distruggere gli ecosistemi nel Mar Rosso, chiudere per mesi il porto vitale di Hodeidah ed esporre più di 8,4 milioni di persone ad alti livelli di sostanze inquinanti.
Secondo un rapporto di Greenpeace, una chiusura dei porti di Hodeida e Salif attraverso i quali arriva il 68% degli aiuti umanitari, avrebbe un impatto su più di 8,4 milioni di persone.