Giustizia L'imputato dell'«assassinio della vasca da bagno» muore prima dell'appello

pl, ats

31.1.2023 - 17:02

Il delitto è avvenuto a Küsnacht (ZH), sulla sulla "costa dorata" del lago e alle porte di Zurigo (foto d'archivio)
Il delitto è avvenuto a Küsnacht (ZH), sulla sulla "costa dorata" del lago e alle porte di Zurigo (foto d'archivio)
Keystone

Un informatico 50enne condannato in prima istanza per l'assassinio della moglie, deceduta a Küsnacht (ZH) nel 2014, è morto prima del processo d'appello davanti al Tribunale cantonale di Zurigo. L'intero procedimento è quindi stato archiviato.

31.1.2023 - 17:02

La morte del presunto assassino, che risale al 27 dicembre 2021, rappresenta un «ostacolo procedurale insormontabile» che impedisce di pronunciare una sentenza, scrive il Tribunale cantonale di Zurigo nella sua decisione pubblicata di recente.

Viene così a cadere anche la richiesta di un'indennità per torto morale e di risarcimento per un ammontare di 2 milioni di franchi che l'imputato chiedeva allo Stato per il periodo passato in carcere.

L'uomo, morto per un tumore, non ha mai confessato i fatti di cui era accusato, sostenendo che si sarebbe trattato di «incidenti.»

«Assassinio nella vasca da bagno»

Il caso, ribattezzato dai media l'«assassinio nella vasca da bagno», era venuto alla luce in seguito ai sospetti della compagnia assicurativa dal quale l'uomo ha cercato di ottenere 500'000 franchi dell'assicurazione sulla vita della moglie.

Una perizia ordinata dall'assicuratore aveva appurato che la morte per annegamento era stata causata da fattori esterni. Nel maggio 2021, il Tribunale distrettuale di Meilen (ZH) ha quindi condannato l'informatico alla detenzione a vita, ritenendo appurato che il 16 aprile 2014 la donna era stata dapprima scottata con l'acqua bollente e poi annegata nel bagno.

Il precedente «incidente»

Il processo aveva inoltre permesso di far luce su un precedente «incidente» occorso alla donna nel dicembre 2012 a Maiorca, dove la coppia si trovava in vacanza.

Anche in quel caso le autorità si erano in un primo tempo basate sulle dichiarazioni del marito, secondo il quale la moglie si era gettata dalla finestra con l'intenzione di suicidarsi.

Dal processo indiziario è invece emerso che l'imputato picchiò la donna al volto, per poi guidare la sua auto contro di lei, rompendole rotule e femori e rendendola incapace di camminare. La donna aveva passato più di un anno in ospedale, senza ricordare nulla dell'incidente.

Mentre era ricoverata, il marito aveva inoltre divorziato da lei, senza dirlo a nessuno. E come se non bastasse, ad occuparsi in seguito della donna era lo stesso ex marito, che prima di ucciderla l'ha sistematicamente tenuta isolata negandogli anche le terapie.

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