Il 9 agosto 1974 50 anni fa le dimissioni di Richard Nixon cambiarono gli Stati Uniti

SDA

8.8.2024 - 19:02

Il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon si dimise dal suo incarico il 9 agosto 1974, consegnando la lettera di dimissioni al segretario di Stato, Henry Kissinger, e dando l'annuncio in diretta televisiva.
Il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon si dimise dal suo incarico il 9 agosto 1974, consegnando la lettera di dimissioni al segretario di Stato, Henry Kissinger, e dando l'annuncio in diretta televisiva.
Keystone

Un discorso di 15 minuti che cambiò la storia dell'America: travolto dallo scandalo Watergate, il 9 agosto di cinquant'anni fa si dimetteva Richard Nixon, primo e finora unico presidente degli Stati Uniti a lasciare l'incarico prima della fine del mandato.

Keystone-SDA

«Continuare a combattere per scagionarmi assorbirebbe quasi totalmente la mia attenzione e quella del Congresso in un periodo in cui dovremmo concentrarci interamente sui grandi temi della pace all'estero e della prosperità senza inflazione in patria», aveva detto Nixon annunciando le dimissioni effettive a mezzogiorno del giorno successivo.

Non era successo prima e non sarebbe successo negli anni a venire, che un presidente si dimettesse per uno scandalo, neppure con Bill Clinton e Donald Trump entrambi finiti sotto impeachment.

Meno di due anni prima Nixon aveva battuto a valanga il senatore democratico George McGovern. Gli americani restarono di sasso, ma sollevati, dalle dimissioni anche se non più tardi di un mese dopo Tricky Dick fu perdonato dal successore Gerald Ford.

Non la prima presidenza a terminare in anticipo

La presidenza Nixon non fu d'altra parte la prima in tempi recenti a concludersi prematuramente in modo turbolento: JFK fu assassinato nel novembre 1963, Lyndon Johnson, logorato dalle proteste contro la guerra in Vietnam e dal cattivo andamento delle primarie, rinunciò a candidarsi nel 1968, proprio come ha fatto lo scorso 21 luglio Joe Biden.

Le dimissioni non erano inevitabili come potrebbe sembrare oggi: Nixon si era battuto con ogni mezzo mentre il Congresso, un gran giurì, magistrati indipendenti, giudici e giornalisti portavano alla luce il suo ruolo nell'effrazione del quartier generale del partito democratico al Watergate di due anni prima. Pochi giorni prima delle dimissioni solo il 31% dei repubblicani interpellati dalla Gallup si erano espressi a favore della fine prematura del mandato.

Lo scandalo Watergate

Secondo alcuni storici il Watergate dimostrò, come disse all'epoca il successore Ford, che «la Costituzione aveva funzionato». Per altri, come Michael Genovese, politologo della Loyola Marymount University, «il sistema politico è tuttora molto vulnerabile all'azione di politici senza scrupoli».

Garrett Graff, autore del saggio «Watergate: a New History», è pessimista: «Non è detto che il sistema funzioni in momenti polarizzati come oggi anche perché la politica rende più difficile far rispettare ai presidenti standard ampiamente condivisi nel 1974».

In tempi più recenti, i democratici fecero quadrato attorno a Bill Clinton salvandone la presidenza durante il Sexgate. Lo stesso fecero i repubblicani con Trump dopo le accuse legate all'attacco al Capitol del 6 gennaio.

Negli anni dopo le dimissioni di Nixon, lo scandalo ispirò l'adozione di nuove leggi etiche rafforzando il ruolo delle corti e dei media nel porre freni al potere dei presidenti.

Nell'ultimo mezzo secolo, tuttavia, queste istituzioni sono finite sotto attacco, soltanto in parte a causa degli assalti di Trump e dei suoi sostenitori: l'anno scorso un sondaggio Gallup ha scoperto che appena l'8% degli americani ha «molta fiducia» nel Congresso come istituzione, mentre solo il 17% se la sente di dire lo stesso a proposito delle istituzioni giudiziarie della nazione.