AfghanistanL'Occidente preoccupato per il governo dei mullah
SDA
8.9.2021 - 21:41
Il mondo guarda attraverso lenti diverse al nuovo governo dei talebani, con l'Occidente preoccupato dal volto oscurantista del regime mentre la Cina saluta «la fine dell'anarchia» delle ultime settimane a Kabul.
08.09.2021, 21:41
08.09.2021, 22:13
SDA
Ma è tutta la comunità internazionale – Pechino compresa – a lanciare l'allarme terrorismo, nel timore che l'Afghanistan possa tornare a essere una base per il jihadismo globale. Anche perché il nuovo esecutivo guidato da Mohammad Hasan Akhund è composto per lo più da most wanted dell'Fbi e altre agenzie internazionali.
Stati Uniti e Unione Europea sottolineano inoltre come il nuovo governo non sia né inclusivo né rappresentativo, come i talebani avevano promesso. La Cina attribuisce invece «grande importanza» all'istituzione del governo ad interim, definendolo «un passo necessario per il ripristino dell'ordine interno e della ricostruzione postbellica», su cui il Dragone ha del resto già puntato gli occhi.
Tuttavia, anche Pechino suggerisce ai talebani di unire tutti i gruppi etnici per costruire «un quadro politico ampio e inclusivo», di perseguire «una politica interna ed estera moderata e stabile» per «ottenere un maggiore riconoscimento globale» e di dare «un taglio netto» ai legami con il terrorismo, nel timore di «infiltrazioni» jihadiste nel confinante Xinjiang, la regione della minoranza musulmana uigura repressa dal governo centrale.
«Alcuni terroristi internazionali in Afghanistan stanno pianificando di infiltrarsi nei Paesi vicini», è l'allarme lanciato dal ministro degli Esteri Wang Yi, in un incontro con i colleghi di Pakistan, Iran, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.
All'altro capo del mondo, a Ramstein in Germania, il segretario di Stato statunitense Antony Blinken e il tedesco Heiko Maas presiedevano intanto una riunione virtuale dei ministri occidentali dalla quale è risuonata la stessa allerta terrorismo.
«L'Afghanistan non può ridiventare una minaccia alla sicurezza internazionale», ha di nuovo ammonito il ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio suggerendo che la Coalizione anti-Daesh, già impiegata contro l'Isis in Iraq e Siria, «potrebbe fornire una piattaforma per qualsiasi azione futura».
«Giudicheremo il governo afghano dai fatti», hanno ribadito all'unisono i ministri, che sembrano voler lasciare ancora un margine di manovra ai talebani per evitare l'isolamento internazionale. Ma l'ottimismo scompare con il passare delle ore e con le notizie agghiaccianti che arrivano dall'Emirato islamico.