A sorpresa Visita del ministro degli esteri cinese Wang Yi in Afghanistan

SDA

24.3.2022 - 09:28

Wang Yi, ministro degli esteri cinese, si è recato a sorpresa in Afghanistan.
Wang Yi, ministro degli esteri cinese, si è recato a sorpresa in Afghanistan.
Keystone

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi si è recato a sorpresa in Afghanistan per quella che è la sua prima visita nel Paese.

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«Il ministro degli Esteri cinese è arrivato a Kabul per colloqui con i leader dell'Emirato islamico», ha scritto su Twitter Ahmad Yasir, un funzionario di vertice del governo talebano.

Wang è giunto in Afghanistan dopo aver partecipato, per la prima volta come osservatore, alla 48/ma sessione del Consiglio dei ministri degli Esteri dell' Organizzazione per la cooperazione islamica (Oic), tenutasi a Islamabad, in Pakistan. La visita, non anticipata, è maturata a una settimana dalla riunione che la Cina ospiterà dei vicini dell'Afghanistan per vedere come aiutare il Paese dopo il ritorno al potere dei talebani.

La Cina condivide con l'Afghanistan un aspro tratto di confine di quasi 80 chilometri, particolarmente temuto perché valutato come un potenziale canale di collegamento e di azione dei separatisti musulmani uiguri dello Xinjiang.

Wang, che nel suo tour asiatico prevede una tappa anche in Nepal e India (secondo indiscrezioni di stampa), si fermerà poco tempo a Kabul per una visita breve ma cruciale, dato che il governo talebano ha lavorato per il riconoscimento diplomatico della Cina e la ripresa dei lavori presso l'ambasciata a Pechino, ferma da quando il capo della rappresentanza diplomatica Javid Ahmad Qaem decise di lasciare l'incarico a gennaio dopo mesi senza stipendio.

Tra i temi in esame potrebbero esserci anche quello sulla riapertura dei colloqui per riprendere l'estrazione del rame a Mes Aynak, nella regione di Logar. Secondo l'agenzia di stampa Tolo all'inizio del mese, il governo talebano ha chiesto alla China Metallurgical Group Corp (Gruppo MCC) di portare avanti il progetto che è stato bloccato per anni: «l'accordo firmato nel maggio 2008 tra l'allora governo afghano sostenuto dall'Occidente e il gruppo MCC, prevedeva che la parte cinese pagasse 400 milioni di dollari all'anno per una concessione mineraria di 30 anni».