Dall'Afghanistan Ritiro delle truppe dall'Afghanistan, Wang: «Un fallimento per gli Stati Uniti»

SDA

28.7.2021 - 13:14

Wang Yi ha sottolineato di sperare che i talebani mettano "al primo posto il Paese e gli interessi della nazione", tenendo "alta la bandiera dei colloqui di pace" (immagine d'archivio).
Wang Yi ha sottolineato di sperare che i talebani mettano "al primo posto il Paese e gli interessi della nazione", tenendo "alta la bandiera dei colloqui di pace" (immagine d'archivio).
Keystone

Il precipitoso ritiro delle truppe di Stati Uniti e Nato dall'Afghanistan «ha in realtà segnato il fallimento della politica americana» e il popolo afghano ha ora «un'importante opportunità per stabilizzare e sviluppare il proprio Paese».

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Il ministro degli esteri cinese Wang Yi, vedendo a Tianjin (nel nordest della Cina) una delegazione di talebani guidata dal capo negoziatore Abdul Ghani Baradar, ha detto che «tutte le fazioni dovrebbero unirsi, promuovere il processo di pace per avere risultati sostanziali quanto prima e stabilire in modo indipendente una struttura politica ampia e inclusiva», ha riferito il ministero, confermando la visita anticipata dai media.

La Cina è il più grande vicino dell'Afghanistan, di cui rispetta «sempre l'indipendenza sovrana e l'integrità territoriale», aderendo alla non interferenza negli affari interni di un altro Paese e perseguendo una politica amichevole.

Wang ha sottolineato di sperare che il talebani mettano «al primo posto il Paese e gli interessi della nazione», tenendo «alta la bandiera dei colloqui di pace, stabilendo obiettivi di pace e un'immagine positiva con una politica inclusiva».

Baradar: talebani per sviluppo inclusivo

Baradar, sempre nella nota del ministero degli esteri, ha espresso «la sua gratitudine per l'opportunità di visitare la Cina», ritenuta «un amico degno di fiducia e un buon amico del popolo afghano», di cui apprezza «il ruolo giusto e attivo nel processo di pace e riconciliazione in Afghanistan».

I talebani afghani «sono pienamente sinceri nello sforzo e nel raggiungimento della pace e sono disposti a lavorare con tutte le parti per costruire una struttura politica che sia inclusiva e accettabile per tutto il popolo afghano», che protegga i diritti umani e i diritti delle donne e dei bambini. «Non permetteremo mai ad alcuna forza di usare il territorio dell'Afghanistan per fare cose che mettano in pericolo la Cina», ha continuato Baradar, aggiungendo di sperare che Pechino «partecipi maggiormente al processo di ricostruzione della pace in Afghanistan e svolga un ruolo maggiore nella ricostruzione e nello sviluppo economico afghano in futuro».