UcrainaL'Aiea a Zaporizhzhia: «Violata l'integrità della centrale»
SDA
1.9.2022 - 21:19
«L'integrità fisica della centrale» di Zaporizhzhia «è stata ripetutamente violata. È una cosa che non può continuare ad accadere»: questo è quanto emerge dall'ispezione dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea).
01.09.2022, 21:19
25.09.2022, 21:35
SDA
Dopo un'attesa durata giorni e tra ostacoli e minacce di attacchi fino all'ultimo checkpoint, la missione dell'Aiea è riuscita a entrare nell'impianto nucleare più grande d'Europa, costantemente minacciato dal fuoco incrociato del conflitto.
Gli esperti hanno ispezionato la struttura nel sud dell'Ucraina, dalla centrale operativa ai reattori, guardati a vista dai tecnici della compagnia statale russa Rosatom, che Mosca ha messo a guardia del lavoro del personale ucraino dopo aver preso il controllo della centrale a inizio marzo.
Un monitoraggio portato avanti nonostante i «rischi intrinseci» per il team di esperti e che ha fatto emergere le numerose criticità denunciate in queste settimane, subito rilevate dal direttore generale dell'agenzia Onu, Rafael Grossi.
Serve una «presenza permanente»
Il suo allarme, lanciato dopo aver lasciato l'impianto, si accompagna all'annuncio che alcuni esperti dell'ente rimarranno «fino a domenica o lunedì», oltre la scadenza di sabato indicata dai filorussi.
Poi, però, l'auspicio di una «presenza permanente» per «stabilizzare la situazione e avere aggiornamenti regolari, affidabili, imparziali, neutrali» dovrà passare al vaglio degli uomini di Mosca, che insistono nel limitare lo spazio di manovra degli ispettori.
Rafael Grossi ha auspicato questa presenza continua anche su twitter, pubblicando un video subito dopo la cruciale visita.
— IAEA - International Atomic Energy Agency (@iaeaorg) September 1, 2022
Ritardi e complicazioni
La missione internazionale è riuscita a mettere piede nel perimetro di Zaporizhzhia nel primo pomeriggio, dopo ore di ritardi e intoppi sulle strade e ai checkpoint, per cui Mosca e Kiev si sono rimpallate le responsabilità.
Fino all'alba la cittadina di Energodar, dove ha sede la centrale, è rimasta sotto il fuoco di artiglieria russo, che avrebbe colpito anche diversi civili, secondo il sindaco Dmytro Orlov.
Attacchi che invece i filorussi hanno attribuito agli ucraini, denunciando anche un tentato blitz di una squadra di «sabotatori», dopo aver già annunciato nei giorni scorsi numerosi arresti di «terroristi».
Un caos che ha fatto scattare il sistema di protezione dell'impianto, con la disattivazione del reattore numero 5, che è stato spento automaticamente alle 4.57 locali del mattino, dopo alcuni colpi di mortaio. In serata, poi, i filorussi hanno fatto sapere che, nonostante l'attivazione del dispositivo di emergenza, il reattore numero 6 – anch'esso considerato a rischio – ha continuato a funzionare regolarmente.
«Le radiazioni non necessitano un visto per superare confini»
Ma la situazione resta allarmante. Mosca ha chiesto una riunione ad hoc del Consiglio di sicurezza dell'Onu per martedì, mentre particolarmente minacciose suonano le parole della portavoce della sua diplomazia, Maria Zakharova.
«Le radiazioni – ha detto, evocando le misure adottate dall'Ue per limitare l'ingresso dei cittadini russi – non hanno bisogno di un visto per attraversare i confini».
Nel resto dell'Ucraina non cessano i combattimenti
Mentre gli occhi restano puntati sull'emergenza Zaporizhzhia, il conflitto continua in tutto il Paese, a partire dalla controffensiva a sud verso Kherson in un tira e molla di propaganda, tra avanzate rivendicate da Kiev con il blocco dei rifornimenti nemici attraverso i ponti sul fiume Dnepr e i «danni sostanziali» inflitti agli ucraini secondo la Difesa russa, che parla di oltre duemila soldati caduti in poco più di tre giorni sul fronte opposto.
Della guerra è tornato a parlare anche Vladimir Putin. «Il nostro compito, la missione dei nostri soldati e della milizia del Donbass è fermare questa guerra e proteggere le persone. E, naturalmente, proteggere la stessa Russia, perché sul territorio dell'odierna Ucraina hanno iniziato a creare un'enclave anti-russa che ha minacciato il nostro Paese. I nostri ragazzi – ha rivendicato il presidente russo in visita all'exclave di Kaliningrad – stanno combattendo per proteggere la gente del Donbass e la stessa Russia».