Emergenza umanitariaAl via in Svezia i negoziati sullo Yemen
ATS
6.12.2018 - 20:06
Dopo anni di guerra ininterrotta e dopo più di 24 mesi dall'ultimo negoziato, il percorso di pace in Yemen è ripartito oggi da Rimbo, in Svezia.
Il mediatore Onu Martin Griffiths e il ministro degli esteri svedese Margot Wallstrom hanno aperto i colloqui tra una delegazione del governo yemenita filo-Riad e rappresentanti di insorti Huthi, considerati vicini all'Iran.
Ma sul terreno si è continuato a combattere. I rispettivi organi di propaganda delle due parti hanno riferito di scontri nel porto di Hudayda, sul Mar Rosso, in mano agli insorti e assediato dai lealisti. Gli Huthi denunciano l'uccisione di almeno 3 civili, ma le informazioni non sono verificabili in maniera indipendente sul terreno. Dal canto loro, le autorità lealiste accusano gli insorti di aver lanciato missili balistici contro obiettivi nel nord-ovest e verso l'Arabia Saudita.
Come primo gesto di apertura, Griffiths ha oggi formalizzato il raggiungimento di un accordo, anticipato nei giorni scorsi e che prevede lo scambio di circa tremila prigionieri tra le parti. Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha confermato che svolgerà un ruolo di facilitazione nello scambio, che avverrà però solo al termine di questo primo round di colloqui.
Nei giorni scorsi, l'Arabia Saudita che sostiene le forze lealiste, aveva acconsentito all'evacuazione da Sanaa, in mano agli insorti, verso l'Oman di circa 50 miliziani Huthi.
La delegazione degli insorti era arrivata a Rimbo ieri pomeriggio a bordo di un aereo del Kuwait, scortati da Griffiths. A settembre, i previsti colloqui di Ginevra erano saltati all'ultimo minuto perché la delegazione Huthi non si era presentata, affermando di esser stata bloccata dall'embargo aereo imposto da Riad.
I negoziati si svolgono nella suggestiva cornice del Johannesbergs Castle, un'antica residenza immersa nel verde e venti chilometri a nord dall'aeroporto internazionale di Stoccolma, resa off limits per l'occasione da un rigido sistema di sicurezza.
Per la prima volta dal 2016, le parti in guerra si sono sedute le une di fronte all'altra: sei rappresentanti degli Huthi e 12 membri della delegazione lealista. Griffiths ha esortato le parti a non esitare: "Lavoriamo in buona fede... mandiamo un messaggio di pace", ha detto. Servono colloqui "senza precondizioni", ha invece esortato il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres.
La situazione umanitaria in Yemen rimane disperata. L'Onu afferma che 14 milioni di persone rischiano la carestia. E il Programma alimentare mondiale, che aveva accusato le forze lealiste di bloccare aiuti umanitari, ha oggi puntato il dito contro gli Huthi, anche loro responsabile di non consentire pieno accesso ai civili bisognosi.
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