Il presidente ecuadoriano Lenin Moreno ha annullato il suo viaggio in Germania, in programma fra l'8 ed il 10 di ottobre, a causa delle proteste provocate dalla recente pubblicazione di un pacchetto di misure di austerità.
Fra queste spicca un decreto che prevede l'azzeramento dei sussidi al carburante.
Moreno doveva incontrare a Berlino, fra gli altri, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier che aveva visitato l'Ecuador in febbraio, e cercare di ottenere il sostegno tedesco ad una esenzione del visto nella zona Schengen per le visite di corta durata degli ecuadoriani in Europa.
L'annuncio è stato fatto ieri a Quito dal ministro degli Esteri José Valencia che, in una conferenza offerta alla stampa internazionale ha spiegato che, anche se è stato sospeso lo sciopero dei trasportatori, il capo dello Stato «preferisce restare in Ecuador dato che desidera controllare personalmente gli eventi nei prossimi giorni».
La revoca della mobilitazione degli addetti ai trasporti pubblici e privati ed ai taxi, è stata annunciata venerdì sera dai vertici delle organizzazione di settore, ma ieri in molte località, fra cui la capitale ed il sud del Paese, la situazione era ancora difficile.
Inoltre la Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie) ha mantenuto la sua mobilitazione antigovernativa e fissato uno sciopero nazionale per mercoledì. Ad esso hanno aderito il sindacato Fronte unitario dei lavoratori (Fut), il partito Forza nuova, e varie altre organizzazioni indigene, studentesche e femministe.
La Conaie ha pure decretato ieri lo stato di emergenza in tutti i territori sotto la sua giurisdizione, avvertendo che «militari e agenti di polizia che entrino nelle zone indigene saranno fermati e sottoposti alla nostra giustizia».
In un comunicato la Conaie ha spiegato che la misura, successiva allo stato di emergenza decretato venerdì in Ecuador dal presidente Lenin Moreno, si è resa necessaria «di fronte alla brutalità e alla mancanza di coscienza della forza pubblica» e di fronte «all'insistenza del governo nel proseguire nei nostri territori lo sfruttamento di miniere, petrolio e beni naturali».
In precedenza l'organizzazione indigena aveva confermato la prosecuzione della sua protesta antigovernativa e fissato uno sciopero nazionale per il 9 ottobre.
Ieri 47 militari inviati a rafforzare la sicurezza ad Alausi (Chimborazo) sono stati presi in consegna dagli indios.
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