Joe Biden riceve nello Studio Ovale la famiglia di George Floyd mentre un'America ancora fortemente divisa si ferma per ricordare il primo anniversario della sua brutale uccisione a Minneapolis.
E traccia un primo bilancio del più grande movimento di protesta degli ultimi decenni negli Stati Uniti contro la brutalità della polizia e il razzismo, dopo la storica condanna di Derek Chauvin, l'agente bianco che soffocò l'afroamericano steso a terra premendo il ginocchio sul suo collo per oltre nove minuti, nonostante si lamentasse «non posso respirare».
Il presidente ha voluto rimarcare la ricorrenza senza strumentalizzarla o spettacolizzarla. Per questo ha preferito che l'incontro, al quale ha partecipato anche la vicepresidente Kamala Harris, fosse privato.
Biden non ha però potuto suggellare l'anniversario come sognava, ossia firmando la legge di riforma della polizia che porta il nome di Floyd, ancora ferma al Senato nonostante il suo appello al Congresso ad approvarla entro oggi.
Il provvedimento prevede, tra l'altro, un registro nazionale sugli abusi dei poliziotti, il divieto di «schedare» su base razziale o religiosa e la modifica dell'immunità per gli agenti, che li protegge dalle cause. Quest'ultimo resta il principale nodo da sciogliere nella trattativa tra i democratici e i repubblicani, che sono contrari alla sua abolizione.
I famigliari di Floyd hanno fatto visita anche al Congresso
I famigliari di Floyd hanno fatto visita anche al Congresso, incontrando la speaker della Camera Nancy Pelosi e la deputata Karen Bass, negoziatrice capo alla House sul disegno di legge, insistendo per l'approvazione.
Una parte della famiglia è rimasta invece a Minneapolis, dove ha voluto ricordare George con la «Celebration of life», una giornata di giochi e attrazioni per i giovani, performance di artisti vincitori di Grammy e una fiaccolata.
Ma Floyd è stato omaggiato in tutto il paese con raduni, marce, concerti, da Washington DC a New York, da Dallas ad Atlanta, mentre i grandi network americani trasmettevano speciali o interviste.
Intanto metà degli Stati degli Usa ha già adottato riforme della polizia, che vanno dall'obbligo per gli agenti di indossare le body-cam ad un più facile accesso ai loro precedenti disciplinari e al divieto della stretta al collo. Ma il paese resta polarizzato e la polizia continua a uccidere in modo brutale, in particolare gli afroamericani, come testimoniano gli episodi recenti.