Italia Renzi apre alla crisi di Governo, ma Conte va avanti: «Danno al Paese»

SDA / ANSA / sam

13.1.2021 - 23:38

Matteo Renzi
Matteo Renzi
Archivio Keystone

Verso la fine del Governo Conte bis. Non basta l'apertura di Giuseppe Conte a un «patto di legislatura»: Matteo Renzi annuncia le dimissioni delle ministre di Italia Viva Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, così come del sottosegretario Ivan Scalfarotto, dall'Esecutivo.

Si apre quindi una crisi di governo, che deve essere ancora ufficialmente formalizzata, dagli sbocchi ignoti. E si apre in modo inatteso, quando sembravano esserci tutte le condizioni per siglare la pace.

A sera, aprendo il Consiglio dei ministri, il premier Conte annuncia di aver informato il Quirinale e accettato il passo indietro di Bellanova e Bonetti. Le parole sono come pietre. Parla di «grave responsabilità» e «notevole danno al Paese» prodotto da un gesto che non può essere sminuito. Afferma di aver cercato «fino all'ultimo utile» il dialogo, ma il terreno è stato «disseminato di mine».

Chiama la sua squadra a testimone e arrivano i tweet all'unisono dei ministri M5S, PD e Leu. «#AvanticonConte», è l'hashtag. Lo twitta dal PD anche Nicola Zingaretti: «Ora è a rischio tutto, è una scelta incomprensibile», è il suo attacco a Renzi.

L'offerta a Renzi di scrivere il patto di legislatura

L'offerta a Renzi è scrivere in tempo breve il patto di legislatura. Il non detto è il possibile rimpasto. Ma c'è di più: Conte afferma che si può andare avanti «solo con il sostegno di tutta la maggioranza».

È il modo per sgombrare il campo dall'accusa di Renzi di puntare a un'intesa con un gruppo di responsabili che sostituiscano Italia Viva: la maggioranza deve essere «solida», non può «prendere un voto qua e là». È l'apertura massima, annotano dal Pd.

Dopo le 18, quando Renzi si presenta in conferenza stampa con quasi un'ora di ritardo, ha al suo fianco Teresa Bellanova, Elena Bonetti, Ivan Scalfarotto. I volti sono tirati. Il ritardo lo spiega subito il senatore di Rignano: «Annunciamo le dimissioni delle ministre e del sottosegretario con una lettera inviata al premier», dice a bruciapelo. Gela tutti.

Italia Viva, spiega, si aspettava la formalizzazione del problema politico «nelle sedi istituzionali»: «Il re è nudo, c'è un vulnus democratico». I renziani si aspettavano che il premier annunciasse di essere pronto a dar vita al Conte ter, un nuovo governo con piena discontinuità (e il passaggio da elezioni lampo).

Renzi non chiude la porta, tutto è ancora possibile

Al professore, Renzi non chiude la porta: un Conte ter è ancora possibile, «nessuna pregiudiziale né sulle formule né sui nomi». Esclude il voto, nega (ma non esclude) una spaccatura di Italia Viva con il sostegno di alcuni responsabili a Conte e assicura che non appoggerà mai un governo col solo centrodestra.

Per il resto, dice in conferenza stampa, tutto è possibile: resta Conte, si nomina un nuovo premier con la stessa maggioranza, o con un'altra maggioranza. Il pensiero va alle larghe intese invocate in giornata anche da Beppe Grillo, in nome della necessità di aprire l'era dei «costruttori» (ma il fondatore M5s precisa: lo guidi Conte).

Renzi scommette che Conte non abbia una maggioranza alternativa con i responsabili: «Non oggi, domani vediamo, ma noi siamo pronti ad andare all'opposizione». Ma, nella partita che adesso si apre, il leader di Italia Viva appare isolato.

«È un grave errore di qualcuno, che pagheremo tutti», sentenzia dal Pd Andrea Orlando. Zingaretti convoca nelle prossime ore un gabinetto politico. I Cinque stelle assicurano: stiamo con Conte e domani i vertici si riuniranno per fare il punto.

Le dimissioni delle ministre Iv a sera sono formalizzate. Il premier può assumere l'interim o andare al Quirinale ad aprire la crisi. Il centrodestra unito chiede il voto e si dice indisponibile a sostenere governi «di sinistra». Ora si è davvero «al buio».

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