USA Assalto al Capitol: chiesta la procedura penale contro Trump anche per insurrezione

SDA

19.12.2022 - 20:45

La commissione parlamentare è a favore del deferimento di Donald Trump.
La commissione parlamentare è a favore del deferimento di Donald Trump.
Keystone

La commissione della Camera, che da un anno e mezzo sta indagando sull'assalto al Capitol, ha votato all'unanimità a favore del deferimento penale dell'ex presidente Donald Trump al dipartimento di giustizia con il reato di aiuto alla cospirazione. Si tratta di un evento eccezionale nella storia degli Stati Uniti.

19.12.2022 - 20:45

Il «panel» della Camera che da un anno e mezzo sta indagando sull'assalto al Capitol del 6 gennaio 2021 ha concluso la sua ultima udienza pubblica approvando all'unanimità la relazione finale dell'inchiesta, che sarà diffusa mercoledì.

Il deferimento è stato deciso per almeno quattro reati: aver assistito o aiutato un'insurrezione, aver ostruito la certificazione della vittoria di Joe Biden, aver cospirato per rendere false dichiarazioni e per frodare gli Stati Uniti.

Giova ricordare che, ormai quasi due anni fa, i sostenitori di Trump, che come lui sostenevano – a torto – la tesi delle elezioni presidenziali del 2020 «rubate» da Biden, hanno attaccato anche con armi da fuoco, la sede del Congresso a Washington per fermare la certificazione dei risultati, causando gravi problemi per la democrazia americana. Nell'assalto morirono quattro persone.

Una mossa che mina la nuova corsa presidenziale di Trump, dipingendolo come il regista di un' operazione premeditata con la falsa dichiarazione di vittoria, la big lie sulle frodi di massa e l'istigazione ad una marcia sovversiva sul Capitol.

Insieme al tycoon sono stati deferiti il suo ex avvocato John Eastman, uno degli «architetti» del tentativo di ribaltare il voto, ed altri stretti alleati di Trump. Quattro parlamentari repubblicani (Kevin McCarthy, speaker in pectore della Camera, Jim Jordan, Scott Perry e Andy Biggs) saranno inoltre deferiti alla commissione etica della Camera per non aver ottemperato alle citazioni.

«La nostra democrazia continua a rimanere sotto minaccia»

«Il presidente è stato molto chiaro, la nostra democrazia continua a rimanere sotto minaccia e tutti noi abbiamo una parte per proteggerla», ha reagito la Casa Bianca tramite la portavoce Karine Jean-Pierre.

«Il nostro non è un sistema dove i fanti vanno in prigione e le menti e i capobanda restano in libertà», ha ammonito alla fine dell'udienza il democratico Jamie Raskin, uno dei nove deputati «inquirenti».

«Trump ha infranto la fiducia»

Trump ha dimostrato di essere «inadatto per qualsiasi incarico pubblico», ha detto Liz Cheney, vicepresidente della commissione parlamentare sull'assalto al Capitol, composta da sette democratici e da due repubblicani, aprendo l'ultima udienza pubblica.

«Ha infranto la fiducia» nel sistema elettorale, ha dichiarato poco prima Bennie Thompson, presidente della commissione: «Sapeva di aver perso le elezioni del 2020 ma scelse di rimanere in carica attraverso uno schema articolato per ribaltare i risultati. Non abbiamo mai avuto un presidente che ha scatenato un violento tentativo di bloccare il trasferimento del potere».

«Ogni presidente nella nostra storia ha difeso questo ordinato trasferimento dei poteri, tranne uno», ha detto Cheney.

«Tra le cose più vergognose scoperte dal questa commissione – ha proseguito – c'è il fatto che Trump restò seduto nella dining room fuori dell'Ufficio Ovale a guardare alla tv la violenta sommossa al Capitol. Per ore non fece una dichiarazione pubblica per ordinare ai suoi supporter di disperdersi e di lasciare il Capitol, nonostante le sollecitazioni dello staff della Casa Bianca e di decine di altre persone».

«Durante quel periodo di tempo, agenti furono attaccati e seriamente feriti, il Capitol fu invaso, il conteggio dei voti fu bloccato e le vite di coloro che stavano in parlamento furono messe a rischio», ha aggiunto Cheney, definendo il comportamento dell'ex presidente non solo «illegale ma anche un completo fallimento morale e una chiara inadempienza del dovere».

Un forte valore simbolico

La decisione potrebbe avere un valore puramente simbolico, dal momento che il Congresso non ha il potere di costringere il procuratore generale Merrick Garland ad avviare un procedimento penale, ma rappresenta comunque un momento molto drammatico per storia degli Stati Uniti ed è destinata a condizionare il futuro politico dell'ex presidente.

Il rapporto sul quale il comitato bipartisan ha votato è stato redatto da una sottocommissione che ha valutato se ci fossero gli estremi per un'incriminazione penale del tycoon. Mentre erano ampiamente previsti gli altri due capi di imputazione, ostruzione di un procedimento ufficiale e cospirazione per frodare il governo statunitense, l'accusa di aver assistito o aiutato un'insurrezione è una novità.

Un evento eccezionale

L'anno scorso la Camera ha messo sotto impeachment Trump per incitamento all'insurrezione e i membri della commissione da tempo sostengono che fosse stato lui a fomentare la rivolta che ha segnato la pagina più buia della democrazia americana. Ma chiedere al dipartimento di giustizia di incriminare un ex presidente per questo è un significativo passo in più. Si tratta di un evento eccezionale in tutta la storia degli Stati Uniti d'America.

Per motivare l'eventuale incriminazione per insurrezione il rapporto della sottocommissione fa riferimento alla sentenza dello scorso febbraio del giudice di un tribunale distrettuale, Amit Mehta, secondo cui il linguaggio di Trump ha «plausibilmente incitato alla violenza il 6 gennaio 2021».

Sottolinea inoltre che, per commettere il reato, l'ex presidente non doveva per forza avere un accordo esplicito con i rivoltosi ma bastava semplicemente che fornisse loro «aiuto o conforto».

Una settimana comunque difficile per Trump

La notizia del rischio di incriminazione penale, data in esclusiva da Politico e poi confermata da altri media a stelle e strisce, è stata subito sminuita da un portavoce dell'ex presidente, Steven Cheung, che ha accusato la commissione di essere «un tribunale illegale composto da partigiani del movimento ‹Never Trump› che non fanno altro che tenere processi farsa».

E tuttavia quella che aspetta il tycoon è una settimana difficile. Il giorno dopo questo storico voto, martedì, la commissione sorveglianza della Camera si riunisce per esaminare le dichiarazioni fiscali di Trump e di alcune sue società, ottenute il mese scorso dopo una battaglia legale durata cinque anni grazie ad una decisione della Corte Suprema.

La Ways and Means Committee avrà pochissimo tempo per decidere cosa fare dei documenti dato che a gennaio i repubblicani riprenderanno il controllo della Camera e potranno dettare l'agenda.

Tra le ipotesi, anche quella di renderli pubblici con il rischio, per Trump, dell'ennesimo schiaffo.

SDA