BERLINO
Non avrebbero dovuto trattarlo come un "ladro di polli", perché il profilo di Anis Amri, il tunisino che fece dodici vittime nell'attentato al mercatino di Natale di Berlino, era "pericoloso".
Presentando il rapporto definitivo alla stampa, non ha usato giri di parole Bruno Jost, incaricato dal Senato di Berlino di indagare sull'operato della polizia della capitale e dei Länder interessati.
Settantadue pagine, che mettono nero su bianco una serie di errori della polizia criminale berlinese, di quella della Bassa Sassonia, del Baden-Württemberg e dei funzionari di tutta la Germania.
Amri era conosciuto da tempo come potenziale integralista e come piccolo trafficante di droga ed era stato più volte trattenuto dalle forze di polizia. "Amri era una di quelle persone pericolose di cui tanto spesso si parla nei centri antiterrorismo, e non avrebbero dovuto trattarlo come un ladro di polli qualunque", denuncia Jost. Il giovane tunisino avrebbe potuto essere fermato e incriminato prima, per via dei suoi traffici di droga, questa la convinzione dell'investigatore speciale.
Gli errori messi in evidenza nel rapporto conclusivo sono noti da tempo. Ma nella relazione di Jost si affrontano i dettagli, indicando con precisione tutte le volte che Amri è stato fermato e quali errori sono stati commessi: interrogatori superficiali, mancato sequestro del telefonino, mancata identificazione di uno status di "persona pericolosa".
Alla polizia è mancata la preparazione necessaria per cogliere la pericolosità di Amri. Il senatore della città di Berlino, il socialdemocratico Andreas Geisel, chiede ora che l'indagine prosegua a livello della polizia federale.
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