USABiden crolla nei sondaggi, punito dalla guerra a Gaza
SDA
19.11.2023 - 20:12
Joe Biden mai così in basso nei sondaggi. Punito dal modo in cui ha gestito le guerre a Gaza e in Ucraina, scivola al 40%, il livello di gradimento più basso della sua presidenza.
19.11.2023, 20:12
19.11.2023, 20:23
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Un tonfo che rende ancora più amaro il compleanno più difficile: quello degli 81 anni, compiuti mentre corre per la riconferma alla Casa Bianca.
Una corsa vissuta con scetticismo dal suo partito e dagli elettori, perplessi proprio dall'età avanzata e preoccupati dalla probabile sfida con un Donald Trump che, a 77 anni, mostra di avere più energie.
Le rassicurazioni della Casa Bianca sullo stato di salute di Biden, il presidente più anziano della storia americana, non bastano dunque a spazzare via i dubbi di chi lo vede 'fragile' e in 'declino' per sostenere altri quattro anni.
La ricandidatura «nelle sue condizioni» è un atto di «profondo egoismo», afferma il board editoriale del Wall Street Journal, invitando lo staff di Biden a «mettere il Paese prima» di tutto.
Secondo le rilevazioni di Nbc, il presidente non è solo ai minimi nei sondaggi, ma è anche, per la prima volta, dietro a Trump. Biden paga a caro prezzo la guerra a Gaza, che sta spaccando il partito democratico e facendo perdere al presidente il sostegno dei giovani liberal che già non vedevano di buon occhio la sua candidatura.
Il malumore dei democratici è palese nelle manifestazioni pro-palestinesi, ma anche nelle richieste più pressanti al presidente per un cessate il fuoco – chiesto anche dal Los Angeles Times – e per l'imposizione di condizioni agli aiuti americani a Israele.
«Anche se Israele ha il diritto di andare contro Hamas, il governo estremista di destra di Netanyahu non ha il diritto di dichiarare una guerra totale al popolo palestinese», ha detto il senatore Bernie Sanders, chiedendo che gli aiuti vengano condizionati a un «cambio di posizioni militari e politiche» del governo israeliano e all'impegno a trattative per una soluzione di due Stati.
Intanto Trump, nonostante i 91 capi di accusa nei suoi confronti, tira dritto per la sua strada e resta leader incontrastato fra i repubblicani. Nelle ultime settimane sta cercando di cementare in modo definitivo la sua sua vittoria alle primarie e lo fa ripartendo da un suo cavallo di battaglia: il muro al confine col Messico per fermare l'immigrazione irregolare.
Così vola nell'amico Texas che gli ha regalato le elezioni del 2016, riproponendo le sue draconiane politiche sui migranti. «Nel mio primo giorno alla Casa Bianca metterò fine alla politica del confine aperto dell'amministrazione Biden. Fermerò l'invasione al confine e inizierò la maggiore operazione di espulsioni nella storia americana», ha assicurato Trump.
Anche nel suo caso, comunque, le critiche per la scelta di correre a per la Casa Bianca a 77 anni non mancano. «La presidenza non è un lavoro per una persona con 80 anni», la frecciata del candidato repubblicano Ron DeSantis: «Padre tempo – ha aggiunto – è imbattuto».