USA 2020 Biden ha scelto il Segretario di Stato. Ricorso di Trump bocciato in Pennsylvania, lui pensa al 2024

ATS

23.11.2020

Joe Biden
Joe Biden
Keystone

Joe Biden ha scelto: Antony Blinken sarà il suo Segretario di Stato, colui che avrà la responsabilità di rilanciare l'America sul palcoscenico della democrazia internazionale. Lo riportano i media locali. Donald Trump continua intanto a sostenere di aver vinto le elezioni ma subisce una cocente sconfitta da un giudice repubblicano in Pennsylvania. Tuttavia si dice pronto a ricandidarsi per il 2024.

L'annuncio ufficiale è atteso per domani, quando il presidente-eletto nominerà anche il suo consigliere alla sicurezza nazionale e l'ambasciatore statunitense all'Onu. Jake Sullivan sarebbe stato scelto per il ruolo di consigliere, mentre Linda Thomas-Greenfield è in corsa come ambasciatrice all'Onu.

Blinken ha iniziato la sua carriera al dipartimento di Stato dell'amministrazione Clinton. Durante la campagna elettorale di Biden ha avuto un ruolo di primo piano, sempre accanto al presidente-eletto in tutte le decisioni più importanti. Blinken, nel suo nuovo ruolo, dovrà portare avanti per Biden la politica estera, che l'ex vicepresidente ritiene uno dei pilastri della sua amministrazione.

Laureato ad Harvard, Blinken è entrato in politica alla fine degli anni Ottanta aiutando Michael Dukakis a raccogliere fondi per la sua campagna elettorale.

È stato, inoltre, consigliere alla sicurezza nazionale di Biden quando era vicepresidente per poi essere nominato vice segretario di stato sotto Barack Obama. Quando Biden era senatore, Blinken è stato direttore del suo staff alla commissione per gli affari esteri. Dopo l'amministrazione Obama, ha co-fondato la società di strategia politica WestExec Advisor insieme a un altro ex dell'era Obama, Michele Flournoy.

Inauguration Day, celebrazioni in tono minore

In pole position per il Tesoro ci sarebbe l'ex presidente della Fed, la dura di Brooklyn Janet Yellen, figura in grado di ottenere l'appoggio anche dell'ala sinistra del partito.

Lo staff è impegnato anche nella messa a punto dell'Inauguration Day che, così come la campagna elettorale, sarà diverso da tutti i precedenti a causa della pandemia.

Le celebrazioni saranno probabilmente su scala ridotta e più sotto tono, ma si terranno in ogni caso anche per inviare il messaggio che l'era Trump è finita e gli Stati Uniti voltano finalmente pagina.

Trump pronto a lanciare la ricandidatura entro l'anno

Donald Trump continua a sostenere di aver vinto le elezioni. Nonostante le ripetute sconfitte legali, il presidente uscente apparentemente tira dritto e parla di centinaia di migliaia di voti illegali in grado di capovolgere il risultato della votazione.

Ma, dietro le quinte, The Donald (che nel week-end ha partecipato al G20, suo ultimo vertice internazionale) ha iniziato a fare i conti con la realtà e, secondo quanto filtra sul Washington Post, avrebbe già annunciato al suo cerchio magico la volontà di ricandidarsi per il 2024.

Confermando di non essere intenzionato ad abbandonare la scena pubblica e di voler continuare invece ad essere «onnipresente» sui media e in politica, Trump accarezza l'idea di annunciare pubblicamente la sua nuova discesa in campo già quest'anno.

Una mossa che, se si concretizzasse, lo proietterebbe subito in un duello lungo 4 anni con Biden e probabilmente getterebbe nello scompiglio un partito repubblicano già in crisi di identità.

Pochi repubblicani osano criticare Trump

Nelle intenzioni del presidente c'è proprio il continuare a far leva sulla macchina del partito per realizzare le sue ambizioni. E per ora non sembrerebbe destinato a incontrare particolari ostacoli: solo pochi repubblicani infatti hanno rotto le fila schierandosi apertamente contro i tentativi di Trump di capovolgere il risultato delle elezioni.

I pochi che lo hanno fatto, come Liz Cheney, deputata e figlia dell'ex vicepresidente Dick Cheney, sono stati subito attaccati su Twitter dal presidente.

Pennsylvania: giudice repubblicano bacchetta Trump

Trump non arretra di un millimetro neanche di fronte alle ripetute sconfitte in tribunale per cercare di bloccare la certificazione del risultato del voto. L'ultima, la più indigesta, è arrivata dalla Pennsylvania: a pesare infatti non è solo la bocciatura dell'azione legale ma i termini con cui il giudice federale Matthew Brann, un repubblicano doc, lo ha fatto.

«A questa corte sono state presentate argomentazioni legali senza merito e speculazioni non sostenute da prove», ha detto senza mezzi termini Brann. Parole pesanti come macigni alle quali la campagna di Trump ha risposto annunciando di voler ricorrere in appello. L'obiettivo del presidente in Pennsylvania (come in Michigan) è bloccare la certificazione del voto attesa per lunedì, così da ritardare - almeno sulla carta - la vittoria di Biden.

Pagina speciale USA 2020 Tornare alla home page