Accordo Gli USA rafforzano l'ombrello nucleare per la Corea del Sud

SDA

26.4.2023 - 22:09

Il presidente USA Joe Biden e il suo omologo sudcoreano Yoon Suk Yeol.
Il presidente USA Joe Biden e il suo omologo sudcoreano Yoon Suk Yeol.
EPA

Gli USA rafforzano il loro ombrello nucleare per la Corea del Sud contro le crescenti minacce missilistiche e atomiche di Pyongyang, dispiegando nei prossimi mesi un sottomarino atomico per la prima volta dopo 40 anni e aprendo all'invio di bombardieri, ma senza una presenza fissa.

Keystone-SDA

In cambio Seul conferma il proprio impegno a non sviluppare un proprio arsenale nucleare, rispettando il trattato contro la proliferazione firmato nel 1975 ed entra in una sorta di cabina di regia comune ma senza il dito sul bottone: gli Stati Uniti conserveranno infatti il controllo sui target e sull'esecuzione di eventuali strike nucleari.

È quanto prevede in sintesi la Dichiarazione di Washington, sottoscritta alla Casa Bianca dai presidenti statunitense Joe Biden e sudcoreano Yoon Suk Yeol in una visita di stato di sei giorni per celebrare i 70 anni di «un'alleanza di ferro sempre più forte e capace» , come ha detto il comandante in capo nella cerimonia al South Lawn, prima del bilaterale e della conferenza stampa congiunta.

L'accordo è una ammissione del fallimento della diplomazia per contenere Kim Jong-Un, nonostante il rinnovato impegno di Biden a cercare «serie e sostanziali svolte» per la stabilità nella regione. Lo conferma anche il suo monito aperto: un attacco nucleare della Corea del Nord causerebbe la fine del regime. E lo stesso Yoon ha avvisato che con Pyongyang «possiamo raggiungere la pace attraverso una forza superiore e schiacciante, non una finta pace basata sulla buona volontà dell'altra parte».

Crescenti timori dell'opinione pubblica sudcoreana

La mossa americana arriva infatti dopo i crescenti timori dell'opinione pubblica sudcoreana, dove ormai il 70% – secondo recenti sondaggi – sostiene l'armamento nucleare, anche per la volatilità della politica americana e i dubbi su un intervento degli Usa, specialmente nel caso in cui la guerra in Ucraina fosse ancora in corso o di una invasione cinese a Taiwan.

Tanto che in gennaio Yoon aveva evocato la possibilità di sviluppare un proprio arsenale, per la prima volta dopo decenni. Gli Usa avevano dispiegato armi nucleari tattiche in Corea del sud nel 1958 ma le avevano rimosse dopo la fine della guerra fredda nel 1991. Seul aveva cominciato poi un programma di sviluppo di armi atomiche ma l'aveva abbandonato sotto la pressione americana.

Rispolverarlo ora significherebbe incoraggiare la proliferazione delle armi nucleari in Giappone e in altre parti del mondo, compreso il Medio Oriente. Per questo Biden ha preferito rafforzare la deterrenza insieme a Seul, offrendo «un posto a tavola», anche a costo di rischiare la ritorsione di Pyongyang, ossia l'olocausto nucleare di una città americana.

Cosa prevede l'accordo

In base al nuovo accordo, gli Stati Uniti e la Corea del Sud lanceranno un «Gruppo consultivo nucleare», in cui i dirigenti di entrambi i paesi si incontreranno regolarmente per discutere la minaccia nucleare di Kim e coordinare i piani per rispondere ad eventuali attacchi. Saranno inoltre intensificati gli addestramenti comuni e le attività di simulazione, in cui le forze convenzionali di Seul potranno supportare quelle nucleari americane in caso di conflitto, ad esempio scortando i bombardieri atomici a stelle e strisce.

Tutte garanzie che dipendono dall'esito delle prossime elezioni americane e che comunque potrebbero non bastare all'opinione pubblica statunitense e sudcoreana se Kim continuerà a gonfiare i muscoli, soprattutto dopo il recente test di un nuovo missile balistico intercontinentale a combustibile solido che accorcia i preparativi per un attacco.

Biden ha approfittato della visita di Yoon anche per lodare i suoi sforzi di migliorare le relazioni col Giappone, nell'ottica di un'alleanza anti cinese nell'Indo-Pacifico, e per incoraggiarlo a rifornire Kiev di armi convenzionali e munizioni (dato la prassi di non consegnare armi letali a un paese in guerra). Nonostante l'imbarazzante leak sulle intercettazioni statunitensi delle conversazioni della leadership sudcoreana su questo dossier scottante, ha incassato un nuovo sostegno.