Libertà d'espressione Birmania: leggi per controllare giornalisti

ATS

18.9.2018 - 12:54

Michelle Bachelet, Alto Commissario per i diritti dell'uomo (foto d'archivio)
Michelle Bachelet, Alto Commissario per i diritti dell'uomo (foto d'archivio)
Source: Keystone/SALVATORE DI NOLFI

Vita dura per i giornalisti indipendenti in Birmania dove, secondo l'Onu, alcune leggi vengono utilizzate per metterli a tacere e impedirgli di fare il loro lavoro.

Lo denuncia un rapporto sulla libertà di espressione dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani che rileva come nel Paese un insieme di leggi, sulle telecomunicazioni, il segreto di Stato, l'associazione illegale, e addirittura l'import export, sono state utilizzate per esercitare uno stretto controllo sui giornalisti indipendenti.

La recente condanna di due reporter della Reuters è un chiaro esempio di "molestie giudiziarie" nei confronti dei media.

Il rapporto fornisce numerosi esempi di giornalisti detenuti o condannati che dimostrando come nel Paese esista "la tendenza alla soppressione della libertà di stampa".

L'Alto Commissariato denuncia "la strumentalizzazione della legge e dei tribunali da parte del Governo" per quella che costituisce una vera campagna politica contro i giornalisti indipendenti ma anche "l'incapacità del potere giudiziario a difendere il diritto a un processo equo".

"Quando i giornalisti vengono imprigionati solo per aver visitato una zona controllata da un gruppo armato, quando le loro fonti sono arrestate per aver fornito informazioni dalle zone di conflitto, o vengono accusati di diffamazione criminale per una pubblicazione su Facebook, la transazione democratica nel Paese è a rischio", ha dichiarato Michelle Bachelet, Alto Commissario per i diritti dell'uomo. Per questo Bachelet ha chiesto alle autorità in Myanmar "di porre fine alle persecuzioni giudiziarie dei giornalisti e di rivedere un insieme di leggi mal definite che facilitino gli attacchi al legittimo esercizio della libertà di espressione".

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