Birmania Raid sui ribelli nel villaggio di Aung Bar Lay, almeno 50 morti

SDA

24.10.2022 - 16:41

Ancora sangue in Birmania.
Ancora sangue in Birmania.
Keystone

Almeno 50 persone sono rimaste uccise e 70 ferite a seguito di un raid dei militari birmani su un gruppo etnico ribelle nel corso di un raduno. Lo rende noto un portavoce dei ribelli.

Keystone-SDA

«Intorno alle 20.40 (le 16.40 in Svizzera) di domenica, due jet militari del Myanmar hanno attaccato» una cerimonia organizzata dall'Esercito per l'Indipendenza del Kachin (Kia), ha detto il colonnello Naw Bu, spiegando che «circa 50 persone sono state uccise, inclusi membri della Kia e civili».

Il raid – quattro bombe sganciate da un aereo militare – ha colpito il sito di un concerto organizzato per celebrare il 62esimo anniversario della fondazione dell'Organizzazione per l'indipendenza Kachin nel villaggio di Aung Bar Lay, nell'area montagnosa del distretto di Hpakant. Sul posto c'erano tra le 300 e le 500 persone, e tra i civili uccisi ci sono anche alcuni popolari cantanti della minoranza.

Video pubblicati sui social media mostrano strutture di legno distrutte dalle esplosioni, con file di corpi delle vittime, secondo alcune fonti tra le 30 e le 60, distesi su teli verdi.

Sul posto non si trovano giornalisti stranieri, per cui trovare conferme indipendenti della strage è arduo. L'ambasciata statunitense in Birmania ha però già condannato l'attacco, scrivendo su Twitter che «conferma come il regime non ha interesse a rispettare il dovere di proteggere i civili e rispettare i principi e le regole del diritto umanitario internazionale».

La minoranza Kachin – in maggioranza di religione cristiana – è uno dei gruppi etnici più popolosi del Paese e da decenni le sue milizie si battono per una maggiore autonomia dal governo centrale, in un'area ricca di risorse naturali e in particolare di miniere di giada.

Dal colpo di stato del febbraio 2021, la nascente democrazia birmana è sotto il pugno di ferro della giunta militare guidata dal generale Min Aung Hlaing. Le iniziali proteste pacifiche della popolazione nelle città, represse nel sangue dai militari, sono poi evolute in una resistenza armata che si è diffusa anche nelle campagne, unendosi alle milizie etniche da decenni in conflitto con il governo centrale.