L'inchiesta continua Il Brasile «approvò il golpe», Bolsonaro privato del passaporto

SDA

8.2.2024 - 20:49

L'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, anche lui coinvolto nell'inchiesta, ha il divieto di lasciare il Paese.
L'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, anche lui coinvolto nell'inchiesta, ha il divieto di lasciare il Paese.
KEYSTONE

Un nuovo piano golpista in Brasile. Una trama che risale ai mesi prima delle elezioni dell'ottobre 2022 e sfumata per le resistenze dei militari che avrebbero dovuto promuoverla. Un complotto in otto passi, dettagliato e con finanziamenti, col coinvolgimento di generali a quattro stelle, militari di rango, ex ministri e consiglieri, tutti vicini all'allora presidente di destra Jair Bolsonaro.

Un disegno che tocca anche gli 007 ombra dell'Agenzia di intelligence (Abin) sospettati di aver spiato gli oppositori, e di aver diffuso fake news, inquinando i pozzi della politica.

Un'iniziativa naufragata e fonte di frustrazione, laboratorio per l'ultimo estremo tentativo sfociato negli accampamenti organizzati e nell'attacco ai palazzi della democrazia dell'8 gennaio.

L'inchiesta ha scoperchiato il vaso di Pandora

È il vaso di Pandora scoperchiato dall'inchiesta nata dalla collaborazione con la giustizia di Mauro Cid, ex aiutante di campo dell'allora capo di Stato, e dagli elementi trovati nel suo telefono cellulare, deflagrata nell'operazione della polizia federale Tempus Veritatis (Il momento della verità).

Un maxi-blitz delle forze dell'ordine condotto fin dalle prime ore dell'alba in nove Stati del Paese sudamericano, in esecuzione di 33 mandati di perquisizione e sequestro, quattro di arresto preventivo, e 48 misure cautelari diverse dal carcere, tra cui il divieto di mantenere contatti con gli altri indagati, il divieto di lasciare il Paese, con consegna dei passaporti entro 24 ore e sospensione dall'esercizio delle pubbliche funzioni.

Bolsonaro ha dovuto consegnare il passaporto

Un'azione che ha riguardato da vicino lo stesso Bolsonaro, costretto a consegnare il passaporto alle autorità, col divieto di lasciare il Paese, e di avere contatti con altre persone coinvolte nell'inchiesta.

Secondo l'accusa infatti l'ex capo di Stato avrebbe avuto accesso al progetto di golpe, che poggia su una minuta di tre pagine dal titolo «Le forze armate come potere moderatore», e lo avrebbe approvato dopo aver chiesto delle modifiche. Un'iniziativa in cui si programmava anche l'arresto del giudice della Corte suprema federale, Alexandre de Moraes (che sarebbe dovuto avvenire il 18 dicembre del 2022 a San Paolo).

Un piano in otto tappe per assumere il comando del Paese

Il documento emerso, diverso da quello sequestrato nell'armadio in casa dell'ex ministro della giustizia Anderson Torres, fornisce una roadmap in otto tappe affinché le forze armate potessero assumere il comando del paese e convocare nuove elezioni.

Una parte importante in questo disegno l'avrebbe avuta il generale, ora in pensione, Augusto Heleno, ex capo dell'Ufficio di sicurezza istituzionale (Gsi), che in un video parla della necessità di «ribaltare la situazione» politica prima delle elezioni. Il militare avrebbe parlato anche con l'allora vicedirettore dell'Abin, Victor Carneiro, per «infiltrare agenti nelle campagne elettorali» degli oppositori e diffondere fake news.

Un complotto dettagliato e denso di particolari, che coinvolge anche i generali Braga Netto e Paulo Sérgio Nogueira, l'ex ministro della difesa Torres, oltre al presidente del Partito liberale (Pl, di destra) Valdemar Costa Neto, arrestato nel corso dell'operazione di oggi perché trovato in possesso di un'arma con immatricolazione irregolare.

Una strategia per creare un clima di conflitto in Brasile

Un video girato il 5 luglio 2022 estratto dalla Polizia federale dal computer di Cid mostra Bolsonaro in una riunione con i ministri a lui più prossimi nel governo per mettere a punto – di fronte ai sondaggi che lo davano per sconfitto alle elezioni – una strategia che, basata su fake news, contribuisse a creare un clima di conflitto nel paese e alimentare dubbi sul sistema elettorale.

Il «tentativo di colpo di Stato» dell'8 gennaio «non sarebbe successo senza Bolsonaro», ha commentato il presidente Luiz Inacio Lula da Silva, che ha auspicato un'applicazione della «legge con rigore» contro i responsabili. Ma il suo predecessore di destra, deciso a vestire i panni della vittima, insiste: «Contro di me è in corso una persecuzione implacabile».