Italia Bufera giudiziaria sulla Lega

ATS

16.5.2019 - 21:38

Il leader della Lega Matteo Salvini.
Il leader della Lega Matteo Salvini.
Source: KEYSTONE/EPA ANSA/FEDERICO PROIETTI

«Siamo sotto attacco». È il giorno finora più duro, nella campagna elettorale di Matteo Salvini.

È indagato dalla Corte dei Conti per il presunto uso improprio dei voli di Stato e apprende di primo mattino dell'arresto del sindaco leghista di Legnano (Lombardia), in una nuova inchiesta che coinvolge politici locali anche di Forza Italia con accuse tra cui la corruzione.

«Ho fiducia nei miei uomini e nella magistratura», dichiara il leader della Lega. Poi mette l'elmetto: «È un attacco senza eguali». Il fuoco amico del M5s è il più pesante: Luigi Di Maio denuncia mazzette «ovunque» e una «nuova Tangentopoli» da punire votando chi è immune, il Movimento. Una linea «stupida e ipocrita», ribatte dal Pd Nicola Zingaretti: si ricordino, osserva, le indagini che coinvolgono esponenti M5s.

Si temono ripercussioni sui sondaggi

C'è agitazione, in queste ore, tra le fila della Lega: «Non crediamo ai complotti, ma la sequenza temporale delle inchieste delle ultime settimane qualche dubbio lo solleva», dice un dirigente che chiede di non essere citato. Emerge qualche timore per contraccolpi nei sondaggi, soprattutto in una regione come la Lombardia che dovrebbe fare da traino. Ma la linea di Salvini è dare un segnale di compattezza e forza già sabato, riempiendo piazza Duomo a Milano, nel comizio clou della campagna elettorale con ospiti i leader europei alleati.

Lega e M5s sul piede di guerra: crisi di governo?

Il ministro, che in una giornata è impegnato in tre diverse regioni, non nasconde l'irritazione, soprattutto per gli attacchi degli alleati M5s: «La Lega vuole continuare a lavorare, se i Cinque stelle vogliono continuare a litigare o hanno nostalgia di accordi con la sinistra lo dicano chiaramente», dice da Foggia, alludendo a una crisi di governo. Contro di lui, torna in campo anche Beppe Grillo, che dice di volerlo mandare «a calci» al Viminale a lavorare. E per quanto Di Maio provi a ridimensionare la portata dell'attacco del fondatore, il leader leghista ribatte: «Non capisco perché per loro io sia diventato il male assoluto».

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