Crisi migranti Caos al confine tra Bielorussia e Polonia

SDA

12.11.2021 - 21:32

KEYSTONE

I migranti respinti alla frontiera, le esercitazioni militari di Mosca e Minsk, la morte di due paracadutisti russi: è caos al confine tra Bielorussia e Polonia.

12.11.2021 - 21:32

La crisi dei migranti non accenna a vedere la luce in fondo al tunnel mentre l'Ue, allargando la sua tela diplomatica sui Paesi d'origine dei richiedenti asilo, prova ad accerchiare il dittatore Alexandr Lukashenko togliendogli l'arma che ha posto sul tavolo dell'Europa: le persone.

Le compagnie di bandiera di Turchia e Iraq hanno infatti annunciato lo stop ai voli per Minsk per yemeniti, siriani e iracheni. «Le compagnie aeree che non cooperano potrebbero essere inserite nella lista nera», avverte l'Ue che, nel Consiglio Affari Esteri di lunedì, potrebbe dare il via al quadro sanzionatorio contro Minsk.

Ma nella riunioni dei capi della diplomazia degli Stati membri verrà affrontato anche un nuovo fronte, quello dell'Ucraina, che vede ammassarsi alla sua frontiera le truppe russe.

Nel frattempo, la questione dei muri anti migranti entra nel cuore dell'Europa. Nel giorno in cui la Lettonia ha approvato la costruzione di una barriera al confine con la Bielorussia, l'Ecofin, chiamato a riunirsi sul budget europeo sta valutando, su proposta della commissione, l'erogazione di 25 milioni di euro per Polonia, Lituania, Lettonia da aggiungere al bilancio 2022.

«Migranti in trappola»

Sul campo, la crisi bielorussa non migliora. Secondo l'Ue duemila migranti sono intrappolati al confine da 4 giorni. Ma la novità delle ultime ore è la 'militarizzazione' della crisi.

Un'unità tattica di paracadutisti di Russia e Bielorussia ha cominciato a condurre esercitazioni di vario tipo nella regione di Grodno. E in serata Mosca ha annunciato la morte di due paracadutisti dell'esercito presso il confine con la Polonia. Derubricato come incidente dai russi, ma che potrebbe rappresentare un'ulteriore miccia.

Nelle prossime ore arriverà, tra l'altro, un contingente di specialisti militari inviato da Londra. La Nato ha fatto invece sapere di stare vigilando la situazione «per evitare il rischio di una escalation».

Macron e Draghi incontreranno Putin

Intanto la controffensiva diplomatica dell'Occidente si allarga oltre i confini europei con la vice presidente degli Usa Kamala Harris che, dalla Conferenza sulla Libia a Parigi, definisce «molto preoccupanti» le azioni di Minsk. E proprio nella capitale francese Emmanuel Macron e Mario Draghi annunciano che presto parleranno con Vladimir Putin della crisi.

Già, perché il convitato di pietra del focolaio bielorusso resta Mosca. L'Ue, spiegano a Bruxelles, è convinta che Putin non stia esercitando la sua influenza su Minsk nel modo giusto. Le mosse del Cremlino, all'esecutivo europeo, appaiono non unidirezionali.

Da un lato Putin promette che non fermerà le forniture di gas per l'Europa. Dall'altro apre un altro fronte, quello ucraino. Secondo gli Usa e l'Ue i militari russi si stanno ammassando al confine con Minsk. Mosca nega qualsiasi piano di invasione ma a Bruxelles sale l'allarme e al Consiglio Affari Esteri il dossier sarà sul tavolo.

SDA