Autodeterminazione Chiuso il processo agli indipendentisti catalani

ATS

12.6.2019 - 20:03

Fine del processo ai leader indipendentisti catalani
Fine del processo ai leader indipendentisti catalani
Source: KEYSTONE/EPA Spanish Supreme Court/SPANISH SUPREME COURT HANDOUT

Si è chiuso al Tribunale supremo di Madrid il processo ai leader indipendentisti catalani, ma la sentenza è attesa in autunno.

Dodici gli imputati, di cui nove in carcere, tra cui l'ex vicepresidente della Generalitat, il sistema amministrativo-istituzionale della Catalogna, Oriol Junqueras, che rischia 25 anni per ribellione.

Per quattro mesi i giudici hanno esaminato il ruolo degli imputati, tra leader e attivisti catalani, nell'organizzazione del referendum sulla secessione e la successiva dichiarazione di indipendenza, nell'ottobre del 2017.

Junqueras, nella sua dichiarazione finale, ha affermato che «votare e difendere la repubblica non può essere considerato un crimine», e poi ha lanciato un appello a «tornare alla politica», perché la questione dell'indipendenza della Catalogna non può essere affrontata in un tribunale.

Junqueras e Puigdemont eletti europarlamentari

Junqueras è il principale imputato, in assenza dell'ex presidente del governo catalano, Carles Puigdemont, che è fuggito in Belgio. I due, tra l'altro, sono stati appena eletti europarlamentari.

Oggi, per l'udienza finale, si sono alternati in aula tutti e dodici i leader indipendentisti alla sbarra, tra i quali la ex presidente del parlamento catalano Carme Forcadell e i leader della società civile Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, promotori del referendum secessionista del primo ottobre 2017. E tutti hanno fatto appello ad una soluzione politica.

Per la procura è stato un colpo di Stato

Secondo Jordi Sanchez «non è stata una giornata di violenza», ma «un atto di protesta e disobbedienza». Per la procura, invece, è stato commesso un vero e proprio colpo di Stato: per questo ha chiesto delle severe condanne per ribellione, fino ai 25 anni di carcere per Junqueras.

Il verdetto del Tribunale supremo è atteso in autunno, ma gli imputati hanno già in mente di appellarsi alla Corte europea dei diritti umani.

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