Clima teso La Cina attacca gli USA, «esagerato» abbattere il pallone

SDA

5.2.2023 - 20:51

I resti del presunto pallone spia vanno alla deriva sopra l'Oceano Atlantico, appena al largo della costa della Carolina del Sud, e accanto sono visibili un jet da combattimento e la sua scia di condensazione, sabato 4 febbraio 2023.
I resti del presunto pallone spia vanno alla deriva sopra l'Oceano Atlantico, appena al largo della costa della Carolina del Sud, e accanto sono visibili un jet da combattimento e la sua scia di condensazione, sabato 4 febbraio 2023.
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Una «mossa esagerata», in «violazione delle regole internazionali» e contro la quale «ci riserviamo ulteriori azioni necessarie». È la posizione della Cina contro la decisione americana di abbattere il presunto pallone spia.

Keystone-SDA

Toni duri ben diversi dal «rammarico» espresso solo pochi giorni fa che sembrano destinati a inasprire il clima già teso fra le due superpotenze.

Mentre gli Stati Uniti lavorano al recupero dei detriti del pallone, i cui resti sono all'esame dell'FBI, sull'incidente restano ancora molti punti oscuri. Primo tra tutti il motivo per cui la Cina abbia scelto proprio questo momento di apparente distensione dei rapporti con gli Stati Uniti per lo sconfinamento del suo pallone.

Resta da capire se il presidente Xi Jinping ne fosse informato visto che il «rammarico» iniziale sembrava suggerire fosse stato colto di sorpresa. Ora però la replica all'abbattimento mostra una Cina che non vuole farsi sottomettere dal rivale americano, e alza i toni.

Un comunicato da leggere con cautela

Ma, secondo gli esperti, il comunicato di protesta cinese va letto con cautela. Pechino nel testo infatti parla di violazione delle norme internazionali senza spiegare quelle a cui fa riferimento (anche la «convenzione di Chicago» che regola gli standard per l'aviazione internazionale civile offre scarsa tutela alla tesi cinese del pallone meteo).

Il riferimento alla «difesa dei legittimi diritti e interessi delle società coinvolte» sembra inoltre aprire la strada alla possibilità per il governo cinese di declinare ogni responsabilità del lancio.

E non a caso da Pechino arriva anche la notizia del siluramento del responsabile del servizio meteorologico nazionale (anche se qualcuno fa notare che la sua uscita era programmata da tempo).

La tensione fra i due Paesi è alta

Il dato di fatto è però che la tensione è alta, creando uno stallo di non facile soluzione né per Xi né per Biden. Impegnato in casa con una crescita economica anemica e la necessità di disinnescare una possibile crisi immobiliare, il presidente cinese negli ultimi tempi ha provato a lanciare un'offensiva di charme con gli Stati Uniti e il resto del mondo, dopo l'isolamento e le tensioni da Covid.

E ora è incalzato da molti falchi, anche nel partito, che gli chiedono una reazione forte all'abbattimento del pallone.

Biden, intanto, è sotto un fuoco di fila, soprattutto repubblicano, per non aver abbattuto prima l'aerostato. Con Donald Trump che parla di «una vergogna, così come lo è stato l'Afghanistan», smentendo le indiscrezioni secondo cui durante la sua amministrazione si registrano almeno tre casi di palloni cinesi nei cieli americani.

«È stato inadempiente ai suoi doveri» di comandante in capo, incalzano i conservatori, pronti a presentare una risoluzione contro il presidente per la gestione di una vicenda che, secondo loro, ha «umiliato» gli Stati Uniti davanti al mondo.

Biden ha fatto tutto quello in suo potere

Il presidente tenta di però di calmare le acque: dedicherà un passaggio del discorso sullo Stato dell'Unione alla Cina, cercando un equilibrio non facile fra toni duri e la necessità di non compromettere le relazioni. Rapporti sui quali pesa anche l'incognita di una possibile visita dello speaker della Camera Kevin McCarthy a Taiwan, sulle orme di Nancy Pelosi.

Ma in un passaggio dello stesso discorso cercherà anche di convincere gli americani – soprattutto i repubblicani – che ha fatto tutto quello in suo potere per difendere il suo Paese.

Anche se la crisi si sgonfierà rapidamente, l'incidente mostra come la fiducia fra Stati Uniti e Cina sia scesa ai minimi dai tempi della «diplomazia del ping-pong» che aiutò a spianare la strada ai rapporti fra i due Paesi agli inizi degli anni 1970.

Da allora molti incidenti hanno messo a dura prova la fiducia fra le due potenze, dal bombardamento dell'ambasciata cinese a Belgrado dalla parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti nel 1999 all'aereo spia americano nel 2001, il cui equipaggio fu sequestrato da Pechino per 11 giorni. Nessuno di questi però ha mai portato una rottura vera e propria. E la vicenda del pallone spia potrebbe risolversi in nulla.