I colloqui Cina-Stati Uniti in Alaska sono stati sinceri, costruttivi e vantaggiosi, «ma, naturalmente, ci sono ancora differenze tra le due parti».
A vertice finito, Yang Jiechi, capo della diplomazia del Partito comunista cinese, ha detto ai media cinesi di essere «venuto all'incontro con la speranza di un miglioramento della comunicazione e del dialogo su diversi fronti. Le parti dovrebbero seguire la politica di 'nessun conflitto'».
Il ministro degli esteri Wang Yi ha detto che il «dialogo è meglio del confronto» e «di aver chiarito agli Usa che la sovranità è una questione di principio» e la Cina è determinata a difenderla.
Pechino spera ancora che «gli Stati Uniti incontrino la Cina a metà strada, e in particolare, le due parti dovrebbero rispettare gli interessi fondamentali e le maggiori preoccupazioni l'una dell'altra», ha aggiunto Wang. «È su questa base che la porta per il dialogo Cina-Stati Uniti sarebbe sempre aperta», nell'ambito del reciproco rispetto.
La sovranità e l'integrità territoriale sono le principali questioni di principio a cuore della Cina e «la parte statunitense non dovrebbe sottovalutare la determinazione della Cina a salvaguardare la sua sovranità nazionale, la sicurezza e gli interessi di sviluppo». Wang ha concluso, nel resoconto dell'agenzia di stampa ufficiale Xinhua, che Washington non dovrebbe «sottovalutare la volontà del popolo cinese di salvaguardare la dignità nazionale e i diritti e gli interessi legittimi».