GeopoliticaCina: mobilitati aerei e navi da guerra intorno a Taiwan
SDA
14.10.2024 - 07:20
La Cina ha dispiegato aerei e navi da guerra nelle sue esercitazioni per circondare Taiwan.
14.10.2024, 07:20
14.10.2024, 08:29
SDA
«Aerei da combattimento e bombardieri e altri aerei avanzati hanno volato sullo Stretto di Taiwan», ha riferito il network statale Cctv, secondo cui «parecchi cacciatorpedinieri e fregate del Comando navale del Teatro orientale «hanno condotto manovre in modo simultaneo».
Il presidente taiwanese William Lai ha tenuto oggi un meeting «di alto livello» del Consiglio di sicurezza a seguito delle esercitazioni militari lanciate oggi dalla Cina attorno all'isola.
Mobilitati aerei e navi da guerra intorno a Taiwan
«Per quanto riguarda le manovre di questa mattina, il presidente ha convocato la riunione e ha emesso istruzioni piuttosto chiare su come rispondere alla minaccia militare della Cina», ha affermato Joseph Wu, segretario generale del Consiglio di sicurezza nazionale.
Le operazioni di Pechino sono state valutate «incoerenti con il diritto e le regolamentazioni internazionali, e richiedono un avvertimento», ha aggiunto l'ex ministro degli Esteri.
Gli Stati Uniti si sono detti «seriamente preoccupati per le esercitazioni militari congiunte dell'Esercito popolare di liberazione nello Stretto di Taiwan e nei dintorni di Taiwan».
In una nota, il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha rilevato che la risposta di Pechino «con provocazioni militari a un discorso annuale di routine (del presidente Lai del 10 ottobre, ndr) è ingiustificata e rischia di degenerare».
L'invito è «ad agire con moderazione e di evitare ulteriori azioni che possano minare la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan e nella regione», essenziale per la pace e la prosperità regionali.
Perché ora questa prova di forza?
La prova di forza di Pechino è seguita al discorso del presidente di Taiwan William Lai per le celebrazioni del 10 ottobre sui 113 anni della Repubblica di Cina, il nome ufficiale di Taipei.
Lai, definito dalla leadership mandarina un «separatista» e un «piantagrane», ha promesso di «resistere all'annessione» dell'isola, e ha insistito che Pechino e Taipei «non sono subordinate l'una all'altra» e che la Repubblica popolare non ha il diritto di rappresentare l'isola.
Tutte «provocazioni», secondo il Dragone, in grado di causare potenzialmente «un disastro» a Taiwan.