ParlamentoAddio alla tradizionale conferenza stampa del premier cinese Li Qiang al Congresso
SDA
4.3.2024 - 21:53
Il premier cinese Li Qiang non terrà il tradizionale incontro con la stampa alla fine delle «due sessioni», la riunione annuale del Parlamento. Per la prima volta dal 1993, uno dei simboli dell'apertura del Dragone verso il mondo esterno in risposta alle aspre critiche degli eventi tragici di Piazza Tienanmen sarà accantonato stavolta e per gli anni a venire «a meno di circostanze speciali», ha annunciato oggi Lou Qinjian, il portavoce del Congresso, alla vigilia dell'apertura dei suoi lavori.
04.03.2024, 21:53
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Invece, «i rappresentanti dei dipartimenti competenti del Consiglio di Stato (il nome del governo di Pechino, ndr) terranno tre conferenze stampa per affrontare le principali questioni di diplomazia, economia e sostentamento delle persone», ha aggiunto Lou, senza fornire dettagli.
Cancellata così a sorpresa la rara occasione offerta ai giornalisti, soprattutto quelli stranieri, di porre domande direttamente al premier, anche se sempre più frequentemente concordate.
La mossa, insieme al dimezzamento a sette giorni della durata del Congresso rispetto ai 14 del periodo pre-pandemia, segnala un'ulteriore chiusura da parte del Partito comunista cinese. Oppure, come ha notato qualche osservatore, è solo un modo per ridimensionare ancora il peso del primo ministro.
È ancora vivo il ricordo del 2020, quando Li Keqiang, predecessore di Li, usò toni inconsueti in conferenza stampa annuale per lamentare che «600 milioni di compagni vivono con mille yuan al mese (meno di 150 dollari). E con mille yuan sarebbe difficile affittare una stanza non a Pechino, ma anche in una città cinese di medie dimensioni».
Anche la Cina vivrà il suo Super Tuesday
Domani intanto la Cina vivrà il suo Super Tuesday politico: non paragonabile a quello delle primarie americane, ma nel puro stile della «democrazia socialista con caratteristiche cinesi».
Il presidente Xi Jinping sarà a capo della liturgia comunista davanti ai 2.956 delegati del Congresso, affiancato dai membri del Politburo. Al premier Li spetterà il compito di annunciare l'obiettivo di crescita per il 2024 e diffondere ottimismo sull'economia a dispetto dei dati deludenti.
Da giorni, la stampa ufficiale ha ribadito che il target sarà «di circa il 5%», come nel 2023, chiuso però con un +5,2%, ai minimi degli ultimi 30 anni se si esclude il periodo della pandemia.
Un'espansione certa a dispetto della crisi immobiliare, dello stallo dei consumi, della debole attività industriale, della spirale deflattiva e della disoccupazione giovanile prossima al 15%, malgrado l'accurata revisione delle modalità di calcolo.
La Cina ha fiducia «sul rimbalzo dell'economia»
La Cina ha «una solida fiducia sul rimbalzo dell'economia nel corso del 2024 e gli aspetti positivi superano quelli negativi. Per questo crediamo in una crescita di qualità», ha detto ancora il portavoce Lou Qinjian, che ha toccato anche il capitolo dei rapporti con gli Stati Uniti.
Pechino «punta a migliorare le relazioni con Washington, a prescindere da chi sarà il prossimo presidente». Le elezioni di novembre «sono un affare interno e la Cina non prende posizione: non importa chi vincerà, l'auspicio è che le relazioni tra le due parti siano stabili, solide e sostenibili».