Germania Un collettivo di giovani artisti ruba un'opera di Beuys

ATS

23.10.2020 - 19:34

Un furto destinato a far discutere.
Un furto destinato a far discutere.
Source: SDA

Dopo gli sfregi alle opere dei musei di Berlino, in Germania fa scalpore un nuovo caso in grado di sollevare perplessità sulle misure di sicurezza per le collezioni artistiche: stavolta dietro il furto di una scultura di Joseph Beuys c'è una provocazione politica.

Un'opera dal titolo «Capri-Batterie» è infatti scomparsa ieri da un'esposizione nel teatro di Oberhausen, nel Nordreno-Vestfalia, e a rivendicare il fatto è stato un gruppo di giovani artisti, il collettivo della Frankfurter Hauptschule, che ha sostenuto di aver inviato il pezzo in Tanzania come risarcimento per le tante opere d'arte rubate durante il periodo coloniale tedesco.

L'episodio ha scatenato, come prevedibile, nuove polemiche: a chiedere un chiarimento oggi, in un duro comunicato, è stato il museo per l'Arte e la Cultura di Münster, che aveva prestato l'opera per una mostra inaugurata il 10 ottobre.

«Sotto il regime coloniale, sono stati rubati innumerevoli oggetti artistici, beni culturali, teschi, dalla città di Iringa, e sono stati portati in Germania», affermano i giovani in un video in cui mostrano un viaggio verso l'Africa.

Una ventina di giovani artisti in formazione

La Frankfurter Hauptschule conta una ventina di giovani artisti in formazione, della zona di Francoforte sul Meno, e ha già fatto parlare di sé in passato: nel 2019 riempirono di carta igienica la casupola del giardino di Goethe, a Weimar, contestando l'immagine della donna che emerge dalle sue opere.

Intanto, il museo di Münster ha chiesto oggi un «chiarimento veloce» sulle sorti dell'opera d'arte e «un atteggiamento responsabile» e «collaborativo» da parte dei curatori del Museo di Oberhausen.

«Capri-Batterie» è una scultura costituita da un limone e una lampadina gialla, e non è un pezzo unico: l'artista ne ha prodotti 200 esemplari, numerati, nel 1985. Appena due giorni fa è emerso a Berlino il clamoroso attacco sferrato da qualcuno con uno spray oleoso a ben 63 opere antiche, esposte in alcuni dei più importanti musei della capitale.

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