Pandemia La Germania tira il freno d'emergenza, è lite sul coprifuoco

SDA

22.4.2021 - 22:05

Il Bundesrat (nella foto) si è limitato a non ostacolare un provvedimento che avrebbe potuto solo "ritardare ma non evitare".
Il Bundesrat (nella foto) si è limitato a non ostacolare un provvedimento che avrebbe potuto solo "ritardare ma non evitare".
Keystone

Il freno d'emergenza nazionale contro il Covid è legge in Germania. Ma i governatori che hanno preso la parola nel Bundesrat, il Senato federale che lo ha lasciato passare, hanno avuto toni molto critici prima di approvare il testo.

22.4.2021 - 22:05

Dopo il via libera del Bundestag di ieri, la camera federale si è limitata a non ostacolare un provvedimento che avrebbe potuto «ritardare ma non evitare».

E la firma del presidente Frank-Walter Steinmeier è arrivata subito dopo, cosicché già a partire da sabato le misure di riduzione dei contatti, in una Germania mai davvero uscita dal lockdown, scatteranno in modo automatico al superamento dell'incidenza di 100 nuovi contagi in 7 giorni su 100'000 abitanti, nelle città e nei distretti rurali.

Fra le regole più dure da accettare il coprifuoco notturno, dalle 22.00 alle 05.00. Una misura assolutamente inedita nel paese di Angela Merkel, dove l'esercizio dei diritti fondamentali ha sempre giocato un ruolo molto forte nel dibattito politico e dove non si è mai stati «confinati» in casa. Contro questa novità, molto discussa, si sono sollevati fra gli altri i Liberali, che hanno annunciato un ricorso all'Alta Corte, ritenendola inammissibile.

Allo scattare del «freno», stando alle modifiche della legge sulla pandemia, non si potrà uscire di casa di sera se non per necessità, mentre fino a mezzanotte resterà possibile fare jogging o una passeggiata solitaria. Mentre i negozi saranno accessibili solo su appuntamento e con un test negativo. L'incidenza settimanale deve salire invece a 165 contagi perché le scuole vengano chiuse e si ritorni alle lezioni online.

L'intervento legislativo centrale è la risposta di Angela Merkel agli interminabili litigi nelle conferenze Stato-Regioni sulle misure anti-Covid, consultazioni che hanno segnato una pagina nera con l'errore sui «giorni di riposo» lanciati per la settimana di Pasqua e poi rapidamente revocati per impraticabilità giuridica, quando la cancelliera dovette appunto ammettere «l'errore».

«Dobbiamo dire onestamente che, pur volendo tutti la stessa cosa, non abbiamo remato nella stessa direzione», ha detto il ministro della salute Jens Spahn intervenendo in Senato. «L'unico modo per fronteggiare il virus è ridurre i contatti», ha ribadito. E il freno è un compromesso: dura fino a luglio.

In Germania si continua a temere l'effetto della variante britannica, ormai dominante, che continua a diffondersi a macchia d'olio nonostante le prolungate chiusure: oggi il Robert Koch Institut ha registrato di nuovo quasi 30'000 contagi in 24 ore, con 259 morti. E resta allarmante la situazione delle terapie intensive, con oltre 5'000 posti letto occupati da pazienti Covid.

Continua però finalmente con più slancio la campagna vaccinale: il 21% della popolazione ha ricevuto la prima dose, e il 6,9% la seconda. Agli inizi di giugno potrebbero cadere i vincoli sulle priorità, ha confermato Spahn al Bundesrat.

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