Italia Covid, Draghi: «L'obiettivo è riaprire del tutto, al più presto»

SDA

23.2.2022 - 21:17

Draghi
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KEYSTONE/EPA/ROBERTO MONALDO

In Italia lo stato d'emergenza per il Covid-19 non sarà prorogato oltre il 31 marzo: l'orientamento del governo, nell'aria da qualche giorno, è stato confermato questa sera dal presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha annunciato anzi di avere come obiettivo «riaprire del tutto, al più presto».

Dal primo aprile, dunque, addio alle mascherine all'aperto, alle Ffp2 e alle quarantene nelle scuole, ma anche alla ormai familiare «mappa a colori» della Penisola. L'uso del certificato Covid, denominato Green pass, invece sarà progressivamente allentato, limitando via via l'obbligo del «rafforzato».

«Il governo – ha detto Draghi a Firenze, di fronte a una platea di imprenditori che ha accolto le sue parole con un lungo applauso – è consapevole del fatto che la solidità della ripresa dipende prima di tutto dalla capacità di superare le emergenze del momento. La situazione epidemiologica è in forte miglioramento grazie al successo della campagna vaccinale e ci offre margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese».

Con la fine dello stato d'emergenza, dunque, arriveranno novità, a cominciare dalle scuole: «Resteranno sempre aperte per tutti – ha detto il premier. Saranno infatti eliminate le quarantene da contatto e cesserà l'obbligo delle mascherine Ffp2 in classe». Sempre da aprile cesserà ovunque l'obbligo delle mascherine all'aperto e «non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate».

Fine del Green pass in modo graduale

Riguardo al «Green pass», Draghi ha messo in chiaro che il criterio sarà quello della progressività, a cominciare dall'uso del «super»: «Metteremo gradualmente fine all'obbligo di utilizzo del certificato rafforzato, a partire dalle attività all'aperto, tra cui fiere, sport, feste e spettacoli».

In ogni caso, ha assicurato il capo del governo, «continueremo a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze».

Pressione sempre minore sugli ospedali

Nel frattempo i numeri parlano di una pressione sempre minore sugli ospedali: i ricoveri sono in discesa da quattro settimane e negli ultimi sette giorni il calo è stato del 12%. Il quadro emerge innanzitutto dall'ultima rilevazione della Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere, riferita alla giornata di ieri.

Una diminuzione che appare più netta nei reparti ordinari (con un -12,6%); nelle terapie intensive invece si attesta al -3,8%.

Anche i dati dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) aggiornati a ieri danno conto di un trend positivo: rispetto al giorno precedente, la percentuale di posti letto in intensiva occupata da pazienti con il Covid-19 è scesa di un punto, arrivando al 9%, sotto la soglia di allerta del 10%. L'occupazione dei reparti di area medica invece è ferma al 20% ma scende in dieci regioni.

Ma la pandemia non è ancora alle spalle

Risultati frutto, secondo gli esperti, anche dell'allargamento del «popolo dei vaccinati», sebbene i dati del bollettino quotidiano suggeriscano che la pandemia non è alle spalle: 49'040 i contagi nelle 24 ore (ieri 60'029) e 252 (contro 322) le vittime. Il tasso di positività, che ieri era al 9,9%, è salito al 10,2%. Sono poi 886 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, dieci in meno rispetto al giorno prima.

«Ci sono ancora 10 milioni di persone che devono fare il booster (la dose di richiamo) – ha ricordato infatti il sottosegretario alla salute Andrea Costa – e anche per questo le misure di allentamento devono essere graduali. Con la fine dello stato d'emergenza – ha detto ancora Costa – inizierà una nuova fase», ma su alcuni aspetti, come il certificato verde, «va fatta una netta distinzione: per gli over 50 sui posti di lavoro l'obbligo del rafforzato dura fino al 15 giugno».