EpidemiaCovid: polemiche su pugno di ferro in Gran Bretagna sui viaggi
SDA
10.2.2021 - 12:09
Il governo Tory di Boris Johnson tira dritto malgrado alcune polemiche sull'annunciato, pesantissimo giro di vite anti Covid contro le trasgressioni delle restrizioni rafforzate annunciate ai confini per chi viaggia nel Regno Unito.
Tra le misure che più hanno sollevato critiche ci sono l'obbligo di triplo tampone per tutti e la quarantena a pagamento in hotel sorvegliati per chi rientra da 33 Paesi a rischio variante sudafricana o brasiliana.
Il governo di Johnson definisce «necessarie» le misure che prevedono ora – sulla carta – multe fino a 10.000 sterline in caso di violazioni ripetute e addirittura carcere fino a 10 anni in caso di presentazione di informazioni false sui luoghi di provenienza che comportino conseguenze in termini di contagi.
Il Paese si aspettava «azioni forti» per proteggere i confini dal rischio d'importazione di ulteriori mutazioni del virus in grado potenzialmente di resistere ai vaccini al momento disponibili, ha detto oggi alla Bbc il ministro dei Trasporti, Grant Shapps, che ha fra l'altro un padre anziano ricoverato in ospedale in questi giorni per Covid. E le pene massime sono «commisurate alla gravità» degli effetti di eventuali violazioni delle nuove norme approvate per legge, ha rincarato.
Di parere diverso è invece l'ex giudice della Corte suprema Jonathan Sumption, membro della Camera dei Lord, secondo il quale 10 anni di reclusione sono la pena massima per reati come «la minaccia d'omicidio o l'aggressione a sfondo sessuale» e «nascondere un viaggio in Portogallo» non può far minacciare condanne più dure rispetto a «un ferimento con arma da fuoco o alla molestia d'un minore». Mentre Dominic Grieve, ex attorney generale ed ex deputato conservatore ribelle, bolla le norme indicate dal governo Johnson non solo come «sproporzionate», ma anche come puramente intimidatorie. «Poiché la verità – sentenzia – è che nessun tribunale imporrà davvero pene del genere».