Proteste negli Stati Uniti Cerebralmente morta, viene tenuta in vita a causa della legge anti-aborto

SDA

17.5.2025 - 08:45

La donna è stata tenuta in vita per tre mesi per permettere al feto di crescere e di essere partorito (immagine d'archivio di illustrazione).
La donna è stata tenuta in vita per tre mesi per permettere al feto di crescere e di essere partorito (immagine d'archivio di illustrazione).
KEYSTONE/JEAN-CHRISTOPHE BOTT

Una donna incinta e cerebralmente morta è stata tenuta in vita artificialmente per tre mesi negli Stati Uniti a causa di una controversa legge anti-aborto. A raccontare la storia è la madre, che condanna la mancanza di scelta imposta alla famiglia.

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Keystone-SDA, Keystone-ATS

«Questa decisione avrebbe dovuto essere lasciata a noi», ha dichiarato April Newkirk a un media locale nello Stato sudorientale della Georgia.

Secondo il racconto della madre, la figlia, di 30 anni, ha avuto un grave problema di salute a febbraio che, in seguito a un apparente errore medico, ha portato allo spegnimento totale e irrimediabile del suo cervello. La giovane donna, già madre di un bambino e infermiera di professione, all'epoca era incinta di nove settimane.

L'ospedale che se ne sta occupando, spiega April Newkirk, la tiene in vita artificialmente da allora, per rispettare una legge criticata in Georgia, che vieta l'aborto dal momento in cui viene rilevata un'attività cardiaca nel feto.

Dolore inimmaginabile

«Non sto dicendo che avremmo scelto di interrompere la gravidanza, ma che avremmo dovuto avere la possibilità di scegliere», ha insistito la signora Newkirk.

Sua figlia è stata sottoposta a un supporto vitale per tre mesi per consentire al feto di crescere e di essere partorito, anche se, secondo la madre, i medici non sono certi della sua salute o della sua vitalità.

Ripercussioni politiche

Questa situazione ha provocato una forte reazione da parte di associazioni e democratici, che hanno condannato gli effetti delle politiche anti-aborto.

«Tutti hanno il diritto di decidere cosa è meglio per la propria famiglia, il proprio futuro e la propria vita», ha dichiarato Nikema Williams, membro della Camera dei Rappresentanti.

La sua accusa è rivolta al presidente degli Stati Uniti Donald Trump e al governatore repubblicano della Georgia, i quali, a suo avviso, costringono «le persone a sopportare un dolore inimmaginabile».

Da quando la garanzia federale del diritto all'aborto è stata annullata nel 2022 dalla Corte Suprema, gli Stati americani hanno riacquistato la piena libertà di legiferare in questo campo. Trump, che nel suo primo mandato ha nominato tre giudici conservatori alla Corte Suprema, si congratula spesso per aver contribuito a questa svolta.