I retroscenaSanzionate le aziende Rosneft e Lukoil. Ecco come è avvenuta la svolta di Trump sulla Russia
Sven Ziegler
24.10.2025
Il tono di Donald Trump nei confronti di Mosca è cambiato radicalmente nel giro di pochi giorni. Dopo una telefonata con Vladimir Putin percepita come «positiva», il presidente degli Stati Uniti aveva inizialmente programmato un vertice a Budapest, per poi imporre poco dopo le sanzioni più dure del suo secondo mandato.
Il Presidente Donald Trump qui a bordo dell'Air Force One durante il tragitto da Miami alla Joint Base Andrews, Md., lunedì 27 gennaio 2025, non è contento di Vladimir Putin.
KEYSTONE
24.10.2025, 11:27
24.10.2025, 19:38
Sven Ziegler
Hai fretta? blue News riassume per te
Trump voleva tenere un vertice a Budapest dopo una telefonata con Putin - cinque giorni dopo lo ha cancellato.
Il presidente ha invece imposto nuove sanzioni contro le maggiori compagnie petrolifere russe Rosneft e Lukoil.
Il motivo? Il rifiuto di Putin di accettare un cessate il fuoco o concessioni nella guerra in Ucraina.
Quello che era iniziato come un riavvicinamento diplomatico si è concluso con una brusca misura punitiva: dopo una lunga conversazione con il presidente russo Vladimir Putin, Donald Trump si è convinto che ci fosse un movimento nel conflitto ucraino, tanto da annunciare rapidamente un vertice di pace a Budapest.
Ma appena cinque giorni dopo, il piano è stato cancellato. Invece, il tycoon ha annunciato nuove sanzioni contro la Russia, che lui stesso ha definito «in ritardo».
«Non mi sembrava giusto», ha detto Trump ai giornalisti alla Casa Bianca. «Sentivo che non saremmo arrivati al punto in cui dovevamo arrivare. Così l'ho cancellato».
Secondo le informazioni della «CNN», alla Casa Bianca è apparso subito chiaro che la posizione di Putin non era praticamente cambiata dall'ultimo incontro tra i due capi di Stato - in una base statunitense in Alaska.
Il leader del Cremlino ha continuato a chiedere a Kiev cessioni territoriali di ampia portata e ha rifiutato un cessate il fuoco immediato.
Se inizialmente Trump era favorevole ai colloqui faccia a faccia, la sua delusione per i continui attacchi della Russia contro obiettivi civili è cresciuta.
«Ogni volta che parlo con Vladimir, i colloqui sono buoni, ma non vanno da nessuna parte», si è lamentato il presidente a stelle e strisce.
Dopo un incontro teso con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Washington su possibili concessioni di territori, il newyorkese si è sempre più convinto che Putin stesse tergiversando solo per guadagnare tempo.
La svolta è avvenuta in una conversazione tra il ministro degli Esteri Marco Rubio e Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo. Gli americani si sono resi conto che la linea di Mosca non si era spostata di una virgola.
Il previsto vertice di Budapest è stato cancellato: «sarebbe una perdita di tempo», avrebbe detto Trump.
Il tycoon ha poi dato il via libera alle sanzioni contro Rosneft e Lukoil, le maggiori compagnie petrolifere russe, un passo che il segretario al Tesoro Scott Bessent aveva chiesto da mesi.
Il pacchetto di sanzioni è stato redatto a tempo di record e pubblicato lo stesso giorno.
Durante l'incontro con il Segretario Generale della NATO Mark Rutte nello Studio Ovale, Trump ha spiegato: «Queste sono misure molto grandi - contro le vostre due più importanti compagnie petrolifere. Speriamo che non siano necessarie a lungo. Vogliamo che questa guerra finisca».
Anche alla Casa Bianca la mossa è stata una sorpresa. Secondo le ricerche della «CNN», i consiglieri di Trump riferiscono che il presidente è diventato sempre più frustrato nelle ultime settimane perché non ha visto alcun progresso tangibile nonostante i colloqui diretti con Putin.
Trump era anche sotto pressione a livello interno: repubblicani come Lindsey Graham e John Thune lo hanno esortato a intraprendere azioni più dure contro Mosca. Secondo fonti governative, l'attacco russo a un asilo nido di Charkiv ha fatto pendere l'ago della bilancia.
È possibile, stando agli osservatori, che Trump stesso abbia visto il successo della sua politica in Medio Oriente - in particolare il cessate il fuoco a Gaza - come la prova che la durezza porta a dei risultati. Ora vuole adottare lo stesso approccio nei confronti di Mosca.
«Abbiamo aspettato a lungo. Ora è arrivato il momento», ha dichiarato lo statunitense dopo l'annuncio.
Resta da vedere se il cambio di rotta sarà duraturo.
Secondo la Casa Bianca, non è escluso un incontro con Putin «se le condizioni sono giuste».