Elezioni a New YorkEcco come la vittoria di Mamdani sta scuotendo le fondamenta dei Democratici
Dominik Müller
5.11.2025
Zohran Mamdani è il nuovo sindaco di New York
05.11.2025
Con Zohran Mamdani, un sedicente «socialista democratico» governa ora la capitale finanziaria degli Stati Uniti. La sua elezione a sindaco di New York sta mettendo a dura prova la struttura di potere dei Democratici, e non solo.
Dominik Müller
05.11.2025, 10:19
05.11.2025, 16:13
Dominik Müller
Hai fretta? blue News riassume per te
L'elezione di Zohran Mamdani a sindaco di New York rafforza l'ala sinistra del Partito Democratico.
La sua vittoria elettorale simboleggia un cambiamento ideologico: il populismo progressista sta guadagnando terreno tra gli elettori urbani e giovani e rappresenta una sfida importante per l'establishment del partito.
Mamdani vuole attuare riforme radicali come il tetto agli affitti e i trasporti gratuiti: se ci riuscirà, New York potrebbe diventare un modello per la politica di sinistra negli Stati Uniti.
New York ha un nuovo sindaco: si tratta di Zohran Mamdani. È il primo musulmano a ricoprire la massima carica in una città con più di otto milioni di abitanti.
E il 33enne potrebbe davvero scuotere il Partito democratico. Il politico si definisce apertamente un «socialista democratico» e ora governa il centro mondiale del capitalismo: già questo rappresenta una piccola rivoluzione negli Stati Uniti.
La sua ascesa segnala un cambiamento generazionale e ideologico nella politica statunitense. «Mamdani rappresenta una base urbana, istruita e professionale», spiega Ian Bremmer, politologo americano, in un'intervista a «Gzero Media».
I suoi elettori sono persone che temono di non avere le opportunità promesse dai loro genitori. E, soprattutto, che non le avranno i loro figli.
Secondo Bremmer, Mamdani è quindi una reazione al populismo che gli Stati Uniti hanno sperimentato a destra con Donald Trump, semplicemente per un gruppo di popolazione diverso.
In contrasto con il pensiero populista di destra radicato nel movimento MAGA di Trump, questo nuovo movimento nasce dall'insicurezza economica causata dallo sconvolgimento dell'AI, dalla stagnazione dell'occupazione e dalla disuguaglianza intergenerazionale.
Il risultato è un'ondata di populismo progressista per la quale l'establishment democratico sembra impreparato.
Da anni i Democratici sono alla ricerca della loro identità. Da una parte c'è l'ala progressista che ruota attorno a Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez, mentre dall'altra il centro pragmatico che vuole vincere le elezioni negli swing States.
La vittoria elettorale di Mamdani a New York rafforza l'ala di sinistra e dimostra che i messaggi socialisti sono diventati socialmente accettabili anche nella politica americana.
Il candidato sindaco di New York Zohran Mamdani parla durante un comizio.
sda
Il sondaggio conferma la tendenza
Infatti, un recente sondaggio di «Gallup» ha mostrato che due terzi degli elettori democratici hanno ora una visione positiva del socialismo, mentre solo il 42% ha ancora fiducia nel capitalismo.
Il successo del giovane newyorkese può quindi essere visto anche come l'espressione di un cambiamento culturale e ideologico, soprattutto tra i giovani delle città e istruiti.
Ma è proprio questo il problema dei Democratici: ciò che funziona a Brooklyn spesso non fa presa in Pennsylvania o in Michigan.
Il silenzio dell'establishment
Mamdani vuole congelare gli affitti, aprire fruttivendoli statali, rendere gratuiti i trasporti pubblici e trasformare la polizia in un «Dipartimento della sicurezza comunitaria». Il tutto sarà finanziato da un drastico aumento delle tasse per i ricchi.
I vertici del partito non lo sopportano. Sebbene il governatore di New York Kathy Hochul e l'ex vicepresidente Kamala Harris lo abbiano sostenuto dopo un'iniziale esitazione, molti politici di spicco - tra cui i pesi massimi newyorkesi Chuck Schumer e Hakeem Jeffries - hanno mantenuto un profilo basso.
Il loro timore è che un sindaco socialista nella capitale finanziaria americana possa dare energia ai repubblicani.
Donald Trump, ad esempio, ha già deriso Mamdani definendolo un «pazzo comunista». Un'anticipazione della retorica da campagna elettorale che attende i democratici di tutto il Paese.
Denaro, potere e nuove alleanze
La vittoria del 34enne potrebbe spostare gli equilibri di potere all'interno del partito. La vecchia alleanza tra i democratici moderati e i donatori di Wall Street sta affrontando una prova di forza.
«L'elezione di Zohran Mamdani rafforza la crisi di identità che i Democratici stanno affrontando dalle ultime elezioni», ha dichiarato Jim Kennedy, ex consigliere di Bill Clinton, alla radio statunitense «Times».
Miliardari come Bill Ackman hanno finanziato campagne anti-Mamdani con milioni. Il suo fallimento minaccia anche di dividere la base di finanziamento del partito, allontanandola dai grandi donatori e spostandola verso le piccole donazioni della base, come era successo con Sanders.
Ma la campagna elettorale di Mamdani dimostra anche che l'energia è chiaramente a sinistra. I suoi sostenitori sono giovani, connessi digitalmente e politicamente attivi.
Rappresentano una nuova generazione che dà priorità alla giustizia sociale, alla protezione del clima e al blocco degli affitti rispetto alle tattiche di potere dei partiti. Questa potrebbe essere la ricetta dei Democratici per mobilitare nuovamente i giovani in modo più forte.
Laboratorio della sinistra
Sotto la guida di Mamdani, New York potrebbe diventare un banco di prova per la politica di sinistra. Se riuscisse a stabilizzare gli affitti e a migliorare la qualità della vita, sarebbe un trionfo e di conseguenza un modello per altri Stati.
Se dovesse fallire, invece, il partito si troverebbe di fronte a una narrazione fatale: che il socialismo non funziona in America. Allora il danno non sarebbe limitato a New York, ma costerebbe le possibilità di elezioni nazionali.
Zohran Mamdani incarna una disputa sulla direzione che probabilmente occuperà il Partito Democratico per molto tempo a venire. Il suo successo è un campanello d'allarme: per alcuni una liberazione, per altri un avvertimento.
Se riuscirà a trovare un equilibrio tra idealismo e realpolitik, potrebbe diventare uno dei volti del nuovo Partito Democratico e uno dei maggiori avversari di Trump.
Per avere di nuovo successo nelle elezioni del 2028 per la più alta carica del Paese - la presidenza - i Democratici farebbero bene a imparare dal successo di Mamdani.
Almeno lì, però, la stella nascente del partito non sarà in prima linea: dato che il suo Paese di nascita è l'Uganda, non potrà mai diventare presidente degli Stati Uniti.