Eliseo 2022 Dove sono i gilet gialli? Con tutti tranne Macron

SDA

10.4.2022 - 21:41

Lo street artist francese Jaeraymie incolla manifesti elettorali raffiguranti caricature del presidente francese Emmanuel Macron (sinistra) e dell'ex presidente francese Francois Hollande (destra) per le strade di Parigi, il 6 aprile 2022.
Lo street artist francese Jaeraymie incolla manifesti elettorali raffiguranti caricature del presidente francese Emmanuel Macron (sinistra) e dell'ex presidente francese Francois Hollande (destra) per le strade di Parigi, il 6 aprile 2022.
KEYSTONE/EPA/YOAN VALAT

Che fine hanno fatto i gilet gialli? Praticamente spariti dalle piazze e dagli incroci stradali, i contestatori che tra il 2018 e il 2019 scossero la Francia per protestare contro le politiche del presidente Emmanuel Macron non votano o hanno scelto Marine Le Pen, Eric Zemmour o Jean-Luc Mélenchon.

Keystone-SDA

Dopo aver mantenuto un profilo basso durante gli anni del lockdown e a quasi quattro anni dalla prima manifestazione del 17 novembre 2018 – quando alla protesta contro il caro carburante aderirono circa 300'000 persone – il movimento anti-élite della cosiddetta «Francia periferica» è praticamente scomparso dai radar, sparigliato in diverse anime e sensibilità, dai più moderati fino ai più radicali e violenti che misero a ferro e fuoco gli Champs-Elysées.

Questo fine settimana appena un centinaio di casacche gialle sono rispuntate in testa al corteo della marcia «Per il futuro» organizzata ieri a Parigi su iniziativa di organizzazioni e associazioni ecologiste, antirazziste, femministe e anti-precarietà.

Durante la pandemia, alcuni – come Jerôme Rodrigues, che perse un occhio durante i duri scontri con la polizia – si sono convertiti alla lotta no-vax, altri sono stati visti nei cosiddetti «convogli della libertà», il movimento contro il 3G ispirato a quello dei camionisti canadesi che voleva marciare su Parigi e Bruxelles prima che la guerra in Ucraina eclissasse tutto. Oggi, malgrado le differenze, un solo slogan sembra ancora unire le varie anime dei gilets jaunes: «Tutto tranne Macron».

«Tutto tranne Macron»

«Se dovesse essere rieletto, penso che il movimento dei gilet gialli sarebbe molto più duro di quanto accaduto tre anni fa», ha avvertito uno degli ex portavoce dell'ala più radicale, il camionista Eric Drouet, tornando a battere contro l'aumento dei prezzi del carburante ormai oltre la soglia dei 2 euro.

Altri storici esponenti dei gilets jaunes come Jacline Mouraud hanno scelto i ranghi dell'ultradestra di Eric Zemmour, l'ex polemista candidato alla presidenza con il movimento Reconquête che stasera si è schierato al fianco di Marine Le Pen.

Altri ancora si sono fatti sedurre dalla candidata del Rassemblement National, focalizzata in queste ultime settimane sul tema del potere d'acquisto caro a tante casacche gialle e che il 24 aprile affronterà Macron al ballottaggio.

Mentre il candidato della sinistra alternativa Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise) ha cercato di richiamarne il massimo verso di sé promettendo l'amnistia per tutti quei militanti condannati per le violenze di piazza.

Intanto, per le vie di Amiens, la città di Macron, lo street artist Jaeraymie ha suscitato polemiche, creando un poster del presidente candidato con indosso un gilet giallo e un occhio tumefatto. Un riferimento a quei militanti rimasti feriti durante gli scontri con la polizia a margine delle proteste.

Le manifestazioni dei gilet gialli hanno profondamente segnato la prima parte del mandato di Emmanuel Macron, che riuscì a sedare il movimento con l'avvio del cosiddetto «grand débat national» e importanti concessioni a favore del potere d'acquisto.