Era il 2 aprile 1982 A 40 anni dalla guerra delle Falkland-Malvine, l'Argentina le rivendica

SDA

2.4.2022 - 18:58

Il presidente argentino Alberto Fernandez.
Il presidente argentino Alberto Fernandez.
Keystone

Il presidente Alberto Fernández ha ricordato oggi a Buenos Aires il 40esimo anniversario della guerra delle Falkland-Malvine scoppiata il 2 aprile 1982, riaffermando la «legittima» rivendicazione argentina della sovranità sull'arcipelago, territorio britannico.

Non solo «questo 2 aprile, ma ogni giorno (...) ribadiamo la nostra rivendicazione pacifica e diplomatica alla sovranità sulle isole», ha sostenuto via Twitter il capo dello Stato, sostenendo che «le Malvine erano, sono e saranno argentine!».

Da parte sua il ministro degli Esteri Santiago Cafiero, in un articolo ospitato dal quotidiano The Guardian di Londra, ha indicato che «nessun esito di alcuna guerra possa risolvere una controversia riconosciuta dalla comunità internazionale». Ciò – ha assicurato – costituirebbe un pericoloso precedente. Il conflitto del 1982 non ha alterato la natura della controversia tra i due Paesi, che è ancora in attesa di un negoziato e di una e soluzione.

Cafiero ha aggiunto che prima del 1982 c'erano stati 16 anni di trattative, e sostenere che la controversia non esiste, o che non crea ostacoli nel rapporto bilaterale, è «ingenuo». «I due governi – ha concluso – condividono valori fondamentali e una visione di un ordine mondiale basato su regole. Eppure, nell'agenda dell'Atlantico meridionale ci comportiamo come se il conflitto fosse accaduto ieri».

Il contenzioso per la sovranità sulle Falkland-Malvine spinse la giunta militare argentina del generale Leopoldo Galtieri a tentare di recuperarle con la forza nell'aprile 1982, producendo una dura risposta del governo britannico presieduto da Margaret Thatcher.

La guerra si è concluse il 14 giugno con la sconfitta argentina e con quasi 1000 morti da entrambe le parti. Dopo aver rotto le relazioni diplomatiche, i due Paesi le riallacciarono nel febbraio 1990. Il tema è permanente all'ordine del giorno del Comitato di decolonizzazione dell'Onu che, annualmente, invita le parti a trovare una soluzione pacifica della disputa.