Vaticano È morto Papa Francesco, ha rivoluzionato la Chiesa

SDA

21.4.2025 - 12:55

Il Pontefice argentino Jorge Mario Bergoglio, salito al soglio pontificio nel 2013, è scomparso all’età di 88 anni lunedì mattina alle 7h35. La triste notizia è stata diffusa alle 9h59.

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Keystone-SDA, Antonio Fontana, Paolo Beretta

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Papa Bergoglio è morto lunedì a 88 anni.
  • L'annuncio ufficiale è stato dato poco prima delle 10h00 di mattina.
  • Era uscito dall'ospedale il 23 marzo, dopo essere stato ricoverato dal 14 febbraio per una polmonite bilaterale che aveva messo a dura prova la sua salute.
  • Era nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, figlio di migranti piemontesi.
  • L'argentino ha rivoluzionato la Chiesa Cattolica. 
  • Secondo fonti vaticane, le esequie del Papa si terranno entro 9 giorni: in un mese l'apertura del conclave per eleggere il successore, dopo le congregazioni generali.
  • Se ne va dopo dodici anni di un fitto pontificato, non scevro di problemi e contraddizioni, che ripercorriamo.
  • Ha vissuto il rapporto diretto con la gente. Salutava, telefonava, andava a trovare a casa le persone. Un Papa decisamente rivoluzionario.
  • Lascia una Chiesa diversa da come l'ha trovata, forse un po' più divisa.
  • Francesco è stato una sola volta in Svizzera: il 21 giugno 2018 aveva partecipato a Ginevra all'incontro per il 70esimo anniversario del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) e aveva celebrato una messa al centro espositivo e congressuale Palexpo.

Papa Francesco è morto. Il capo di 1,4 miliardi di cattolici in tutto il mondo è deceduto oggi all'età di 88 anni, ha annunciato il Vaticano. L'argentino era a capo della Chiesa cattolica dal 2013.

Proprio ieri, in occasione della celebrazione della Pasqua, il pontefice era riapparso in Piazza San Pietro.

Bergoglio, non bisogna dimenticare, è stato ricoverato il 14 febbraio per una polmonite bilaterale. La situazione era apparsa da subito molto seria. Era stato dimesso dal policlinico Gemelli di Roma più di un mese dopo, il 23 marzo.

Durante la degenza, hanno ricordato i medici, ha avuto due episodi gravi di insufficienza respiratoria che ne avevano messo in pericolo la vita. 

Francesco è morto questa mattina, dopo quindi 38 giorni di ricovero per una polmonite e una ripresa che sembrava essere sorprendente nel corso della quale ha voluto essere in mezzo alla sua gente, fino a ieri, come detto, quando ha voluto fare un giro in papamobile nel giorno di Pasqua.

L'annuncio ufficiale

È stato il cardinale camerlengo Kevin Farrell ad annunciare ufficialmente la scomparsa del pontefice.

«Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre», ha affermato il cardinale Kevin Farrell.

«La sua vita tutta intera – ha aggiunto l'alto prelato – è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l'anima di Papa Francesco all'infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino».

Seguendo quanto stabilito dall’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, la salma del Papa sarà trasferita, presumibilmente in serata, nella Cappella di Santa Marta, dove verrà effettuata la constatazione ufficiale del decesso.

Secondo fonti vaticane, le esequie del Papa si terranno entro 9 giorni: in un mese l'apertura del conclave per eleggere il successore, dopo le congregazioni generali.

Ha rivoluzionato la Chiesa Cattolica

Era arrivato dodici anni fa, il 13 marzo del 2013, e il mondo lo ha conosciuto per quel semplice «buonasera». Era il suo primo saluto rivolto al mondo intero e già quella semplicità disarmante preannunciava una ventata di nuovo nella Chiesa.

Jorge Mario Bergoglio ha preso in mano la Chiesa da quello stesso giorno e l'ha condotta per sentieri coraggiosi, aprendo le porte a «tutti, tutti, tutti», e non preoccupandosi di quell'ala dei cattolici che sono sempre restii alle novità.

Lo ha fatto dopo lo choc delle dimissioni di Benedetto XVI ma lui ha saputo voltare pagina in un modo che era difficile anche da immaginare.

Chi era Papa Bergoglio?

Era nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, figlio di migranti piemontesi: suo padre Mario era ragioniere, impiegato nelle ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupava della casa e dell'educazione dei cinque figli.

Diplomatosi come tecnico chimico, sceglie poi la strada del sacerdozio entrando nel seminario; nel 1958 passa al noviziato della Compagnia di Gesù.

Da qui una lunga vita al servizio della Chiesa fino a diventare cardinale arcivescovo di Buenos Aires e dal 2013 il 266esimo Pontefice della Chiesa cattolica.

Un pontificato non facile

Se ne va dopo dodici anni di un fitto pontificato, non scevro di problemi e contraddizioni, ma che ha segnato una svolta talmente ampia, nella sostanza e nella forma, dalla quale probabilmente sarà difficile fare marcia indietro.

L'apertura ai divorziati e agli omosessuali. La valorizzazione delle donne, fino a dare loro il posto che da secoli era riservato solo ai cardinali.

E poi quella Chiesa «in uscita», verso i più fragili, dai migranti, la sua prima preoccupazione, ai poveri. È pensando proprio ai poveri che sceglie un nome che mai nessun Pontefice della storia aveva osato scegliere: Francesco, come il poverello d'Assisi.

Primo «Francesco», ma anche primo Papa gesuita della storia, primo proveniente dal continente americano, e primo non europeo da oltre 1200 anni. Bergoglio porterà nel cuore della cristianità, Roma, l'esperienza della sua Chiesa sempre protesa verso i disgraziati.

Alcuni valori rivisti, anzi scardinati

È per guardare agli ultimi, gli «scartati», come li ha sempre definiti, che Francesco lascia a volte indietro quei valori che in passato erano stati definiti non negoziabili.

Va dritto per la sua strada scardinando tradizioni che duravano da secoli. Niente Palazzo apostolico, sceglie di vivere in un albergo, Casa Santa Marta.

Sfronda riti e paramenti liturgici, sfida abitudini secolari, sceglie come cardinali i pastori che lavorano negli angoli più sperduti della terra, dalla Mongolia alla Papua Nuova Guinea.

Lava i piedi a detenuti, migranti, transessuali, e lascia che la zona del Vaticano diventi un porto accogliente per i tanti senzatetto di Roma.

Un rapporto diretto con la gente

E soprattutto vive del rapporto diretto con la gente. Saluta, telefona, va a trovare a casa le persone. La gente è sempre stata la linfa del suo pontificato e per questo non si è risparmiato.

Non lo ha fatto neanche adesso con i suoi 88 anni e i malanni che si erano accumulati.

C'era da quasi due mesi quella bronchite che gli impediva di pronunciare i discorsi per intero, che lo mostrava costantemente in affanno. Ma niente lo ha fermato e ha continuato a celebrare messa in piazza, incurante della sua età, del freddo e di quel virus che intanto si stava facendo strada nei suoi polmoni.

Una Chiesa divisa?

Bergoglio lascia una Chiesa diversa, forse più divisa. È stato amato tanto dai più dai lontani, da quelli che da anni non mettevano piede in una sagrestia o che magari non lo avevano mai fatto, rispetto ai cattolici cresciuti sotto la guida più confortante di Pontefici come Giovanni Paolo II o Benedetto XVI.

«Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi – disse nel 2013 nella sua prima intervista, quella a La Civiltà Cattolica – è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite, curare le ferite... E bisogna cominciare dal basso».

Una eredità che adesso spetterà al suo successore.

Keller Sutter: è stato un grande avvocato di pace

«Papa Francesco è stato un grande leader spirituale, un avvocato instancabile per la pace. La sua eredità rimarrà».

Questa la prima reazione della Presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter alla scomparsa di Papa Francesco

Ha ascoltato due vittime d'abusi svizzeri

Spentosi oggi a 88 anni, papa Francesco è venuto in visita nella Confederazione una sola volta. Molto impegnato durante il suo pontificato nella lotta contro gli abusi sessuali in ambito ecclesiale, aveva ricevuto in Vaticano anche vittime svizzere.

Nel marzo del 2019 aveva ascoltato in udienza privata i racconti traumatici di due di loro e chiesto perdono a nome della Chiesa.

Un uomo allora 63enne gli aveva raccontato di essere stato ripetutamente picchiato e di aver subito abusi sessuali dai monaci di un riformatorio di Bad Knutwil (LU) quando era adolescente.

L'altra vittima era una 74enne che aveva subito violenze e abusi sessuali in un istituto per bambini gestito da suore cattoliche a Malters (LU).

Il papa aveva inoltre sostenuto il friburghese Daniel Pittet, violentato per anni da un sacerdote quando era bambino e aveva redatto una prefazione al suo libro-testimonianza «La perdono, Padre» («Mon père, je vous pardonne»), pubblicato nel 2017, considerandolo «una testimonianza necessaria, preziosa e coraggiosa».

Francesco si era anche interessato al seguito dello studio condotto sul tema dall'università di Zurigo, che aveva contato 1002 casi di abusi sessuali in Svizzera in ambito ecclesiale dalla metà del XX secolo. Nel novembre del 2023 aveva ricevuto Mons. Felix Gmür, presidente della Conferenza episcopale svizzera, e Joseph Bonnemain, vescovo di Coira, che gli avevano presentato le misure ideate in tale ambito dalla Chiesa svizzera.

Una sola volta in Svizzera

Bergoglio è venuto in visita in Svizzera una sola volta in qualità di pontefice: il 21 giugno 2018 aveva partecipato a Ginevra all'incontro per il 70esimo anniversario del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) e aveva celebrato una messa al centro espositivo e congressuale Palexpo.

Nell'ambito delle celebrazioni, aveva sottolineato l'importanza del dialogo con gli altri cristiani e chiesto alla Svizzera di lavorare per disinnescare i conflitti.

Durante il suo pontificato, Francesco si è pure espresso varie volte sull'importanza del ruolo della Guardia svizzera pontificia.

Ancora di recente, in gennaio, il pontefice aveva dichiarato: «nei tempi il lavoro della Guardia Svizzera è molto cambiato, ma la sua finalità rimane sempre quella di proteggere il Papa. Questo comporta (...) anche di contribuire all'accoglienza dei tanti pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo che desiderano incontrarlo. E per questo ci vuole pazienza e le Guardie ne hanno. E questa è una cosa molto bella di loro: ripetono le cose, spiegano, una pazienza molto grande, complimenti», aveva commentato Bergoglio.

La neutralità vista dal papa

Il papa aveva parlato della Svizzera anche in un'intervista trasmessa il 12 marzo 2023 dalla RSI in occasione del decimo anniversario del suo pontificato, affermando che la Confederazione «ha una personalità propria, ma è universale».

Nel pieno del conflitto in Ucraina, aveva detto della Svizzera che quando, nelle guerre, adotta una posizione neutrale, non è un modo per lavarsene le mani, ma una vocazione di equilibrio e di unità.Una santa e un beatoIl 13 ottobre del 2019 papa Francesco aveva canonizzato in Vaticano la friburghese Marguerite Bays, una sarta di Siviriez (FR).

Vissuta nella Svizzera del XIX secolo, è stata la prima laica elvetica ad essere canonizzata.Alla fine di gennaio (2025), aveva anche autorizzato la pubblicazione di un decreto che apre la strada alla beatificazione del vallesano François-Benjamin May. Il testo riconosce il martirio del nativo di Bagnes (VS) a Barcellona nel 1909.

Due elettori svizzeri

Durante il suo pontificato, Francesco ha pure nominato un nuovo cardinale svizzero: il 30 settembre 2023 ha designato l'ex arcivescovo ed ex nunzio apostolico (ambasciatore in Vaticano) vallesano Emil Paul Tscherrig.

Sono pertanto due gli attuali cardinali elvetici, Tscherrig e l'ex vescovo di Basilea Kurt Koch, che potranno eleggere il prossimo papa durante il conclave. Questo diritto è concesso solo ai cardinali di età inferiore agli 80 anni.