Francia Le Pen attacca: «Non spetta a Macron decidere su Breton in UE»

SDA

28.6.2024 - 22:16

«Non è Macron a poter decidere sul commissario Ue»: a due giorni dalle elezioni politiche anticipate del 30 giugno e 7 luglio, Marine Le Pen torna a «picconare» le prerogative del presidente, Emmanuel Macron, più che mai in affanno nei sondaggi in vista del voto.

Marine Le Pen in una foto d'archivio (immagine illustrativa).
Marine Le Pen in una foto d'archivio (immagine illustrativa).
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Dopo aver minimizzato sui poteri dell'Eliseo nel campo della Difesa (il presidente è capo dell'Esercito solo a «titolo onorario», ha detto Le Pen nei giorni scorsi, in riferimento al sostegno di Parigi all'Ucraina), la leader nazionalista continua il suo braccio di ferro sulle prerogative presidenziali in caso di coabitazione con il suo delfino candidato premier di 28 anni, Jordan Bardella, e denuncia la scelta di Macron di confermare Thierry Breton per un secondo mandato a Bruxelles.

«Nominare il commissario europeo è prerogativa del primo ministro», ha sostenuto l'esponente Rn ai microfoni di Europe1/Cnews, bocciando, tra l'altro, l'operato del super-commissario francese. ''Breton non ha difeso gli interessi della Francia», ha attaccato Le Pen, tradendo un approccio distante dallo spirito dei Trattati Ue, come se ciascun commissario dovesse farsi 'avvocato' degli interessi del proprio Paese.

Secondo gli osservatori a Parigi, attraverso queste dichiarazioni, Le Pen sta tentando di testare i margini di manovra dinanzi a un Macron rimasto finora piuttosto silenzioso sui possibili futuri spazi di coabitazione con un possibile governo Rn guidato da Bardella.

La reazione di Macron

Da Bruxelles, dove si trovava per il vertice Ue, il capo dello Stato ha denunciato l'«arroganza» dei responsabili lepenisti, che «si sono già spartiti tutti gli incarichi, si sono sistemati», ancor prima che i francesi abbiano avuto modo di esprimersi nelle urne. «'Ora non si dovrebbe nemmeno più andare a votare'', ha ironizzato, interrogandosi sull'atteggiamento Rn. ''Chi sono per spiegarci cosa dovrebbe essere la Costituzione?»

Parole al veleno di Roger Chudeau

Proteste anche per le parole al veleno di Roger Chudeau, il candidato Rn che in tv ha detto che i cittadini cosiddetti «binazionali» non dovrebbero ricoprire incarichi ministeriali. Una ''dissoluzione degli spiriti e delle coscienze'', ''un tradimento profondo di ciò che è la Francia'', ha ribattuto Macron, denunciando ''le parole disinibite di questi ultimi giorni, il razzismo o l'antisemitismo senza freni».

Nell'intervista su Bfm Tv, il settantaquattrenne Chudeau ha fatto l'esempio dell'ex ministra dell'Istruzione, Najat Vallaud-Belkacem, di doppia nazionalità francese e marocchina. ''Penso che (quella nomina, ndr) sia stato un errore. Gli incarichi ministeriali devono andare ai franco-francesi, punto e basta», ha sentenziato il candidato Rn, suscitando un'ondata di proteste inclusa quella della stessa Le Pen.

«Sono un po' disgustata che il nostro collega possa esprimere un suo parere personale che è totalmente contrario al nostro progetto», ha commentato la leader Rn, senza tuttavia precisare se le istanze della Fiamma Tricolore francese continueranno a sostenere o meno la sua candidatura. Fino a ieri, Chudeau veniva indicato come il possibile futuro ministro dell'Istruzione in caso di coabitazione tra Macron e Bardella ma è probabile che le ultime dichiarazioni facciano tramontare questa ipotesi. Tra le tanti voci a reagire anche quella della presidente dell'Assemblée Nationale, Yaël Braun-Pivet, ha condannato ''il vero volto del Rassemblement National: un razzismo senza complessi, una selezione tra i francesi''.

I lepenisti volano nei sondaggi

Ma intanto i lepenisti continuano a volare nei sondaggi. Secondo un ultimo studio Elabe per Bfm Tv e La Tribune Dimanche, l'Rn dovrebbe raccogliere il 36%, un'ampia maggioranza relativa ormai vicina a quella assoluta, il sogno di Bardella per poter governare.

La coalizione di sinistra Nuovo Fronte Popolare insegue (27,5%) e accentua la distanza dai macroniani (20%), che perderebbero 140 seggi all'Assemblée Nationale sugli attuali 250. I Républicains sono al 9%. Alla vigilia della domenica elettorale è inoltre prevista una partecipazione record, al 67% secondo uno studio Ifop-Fiducial per Le Figaro, LcI e Sud Radio: 19,5 punti in più rispetto alle politiche del 2022.